«L'artista vive l'arte come atto di conoscenza. Come vedente, veggente e visionario ». Con queste parole Luigi Carboni introduce la sua mostra personale, che il MAC di Lissone gli dedica a suggello di una ricerca trentennale (gli esordi dell'artista datano infatti al 1986). L'esposizione presenta un nutrito gruppo di opere recenti, tutte inedite, in cui classicità e sperimentazione convivono in una dialettica del paradosso. Rinunciando a ogni perentoria dichiarazione di metodo, l'artista pone l'attenzione sul confine tra la figurazione del quotidiano e l'astrazione lirica, tra lo stile decorativo ed espressioni più intimistiche. In queste opere nulla è offerto direttamente, ma al Contempo tutto sembra rivelarsi allo sguardo del pubblico.
Oltre alle opere su tela, la mostra presenta una serie di sculture che sono una diretta emanazione del processo pittorico: un'unione di incertezze e contraddizioni che convivono nella loro diversità . In questa continua ricerca di una dialettica tra entità opposte, Luigi Carboni ritrova le istanze dell'arte e del vivere contemporaneo, proprio perché «l'arte amplifica la realtà : non la copia, non la imita, la ripercuote».