Over the rainbow
Keith Jarrett, 1984
A partire dal leggendario concerto di Colonia del 1975, diventato il disco più venduto di jazz solo della storia della musica, il pianista americano Keith Jarrett è tornato periodicamente nelle più prestigiose sale da concerto del mondo con i suoi recital di solo piano. Difficile racchiudere in un genere musicale queste lunghissime improvvisazioni totali che vanno ben oltre gli stili e i linguaggi jazzistici normalmente frequentati dal pianista del New Jersey con alle spalle solidi studi classici e frequentazioni filosofiche orientali. Per stemperare il clima quasi ritualistico di queste performance, spesso al termine delle serate Jarrett ha proposto brevi bis attingendo dai songbooks delle migliori canzoni classiche americane. Tra queste, Over the rainbow, tratta dal musical Il mago di Oz, sembra essere una delle predilette del pianista che l'ha riproposta più volte nel corso degli anni. Oltre alla versione che vi proponiamo, realizzata a Tokyo nel 1984, alcuni ne ricorderanno un'altra altrettanto splendida eseguita al termine del concerto tenuto al Teatro alla Scala nel febbraio del 1995.
Qualcosa in più
- Oltre ai leggendari recital di piano solo, Keith Jarrett, con Jack Dejohnette alla batteria e Gary Peacock al contrabbasso, ha formato il più importante piano trio jazz dell'epoca contemporanea. Fondato nei primi anni '80, per un trentennio è stato un insuperabile riferimento nel panorama jazzistico mondiale, ogni disco della sterminata discografia di questo trio merita l'ascolto e dimostra lo straordinario interplay e l'inesauribile vena creativa che unisce queste tre fortissime personalità musicali.
- Lo sfortunato pianista francese Michel Petrucciani, scomparso prematuramente nel 1999, era un assiduo frequentatore del piano solo. Vi proponiamo un'esibizione registrata a Stoccarda nel 1993.
- Considerato l'erede musicale di Jarrett, il pianista Brad Mehldau ne segue le tracce, sia nella produzione solistica, sia nella formazione in trio, dimostrando una spiccata personalità che gli permette di passare nelle sue improvvisazioni da Stravinsky ai Radiohead con assoluta naturalezza. Video