«Il Festival di Sanremo mi ha portato tanta notorietà, però mi ha anche permesso di dire due cose. Che di musica ce n'è tanta e bisogna andarla a cercare. E che la fragilità non è una colpa, ma una bellezza: spesso le cose fragili sono anche quelle più belle, solo che spesso ce ne dimentichiamo».
Così in un'intervista del 2016, sottolineava Ezio Bosso, il musicista poliedrico ed appassionato che ci ha insegnato a non temere la musica colta.
di Aldo Cazzullo, Renato Franco e Giuseppina Manin
Corriere della Sera, 16 Maggio 2020
[...] Musicista grande e anomalo, colto e popolare, Bosso si era guadagnato i galloni artistici sul campo di orchestre prestigiose, aveva suonato come contrabbassista nella Chamber Orchestra of Europe di Claudio Abbado, di cui era diventato anche amico. Tanto da prendersi carico dell'eredità della sua ultima creatura, dal 2017 testimonial dell'associazione Mozart14 nata per portare la musica nei luoghi del dolore, nelle carceri, negli ospedali [...]. Uomo semplice, buono, dal sorriso disarmante, Bosso tutto è tranne che divo. Fa musica perché la ama, per stare con gli altri, per farla arrivare a chi di solito non la frequenta. L'averla sottratta alla torre d'avorio e portata a platee inimmaginabili per la classica, esemplari le sue maratone televisive con Beethoven e Ciaikovskij, gli fa guadagnare l'affetto di un pubblico trasversale e vastissimo ma gli attira anche le malignità di chi la considera appannaggio di pochi eletti.
di Stefano Mannucci
Il Fatto Quotidiano, 16 maggio 2020
[...] il Maestro venne a parlarci a lungo, con il sorriso di un bambino che testimoniava di un incantesimo. Ci raccontò del disco The 12th room, in cui giocava con Chopin e Bach. Di quel brano, Following a bird, nato osservando il volo di un uccello, "perché per seguire qualcuno devi prima perderti". E di quell'antica teoria delle dodici "stanze" nella vita di ogni uomo. "Nella prima ti trovi quando nasci, ma non vedi nulla. Nell'ultima vedrai ogni cosa".
di Fabio Nappi
Corriere del Trentino, 16 maggio 2020
[...] La Comunità di Val di Fiemme nel 2010 gli aveva regalato l'abete di risonanza. La scomparsa del grande artista colpisce e addolora anche per il segno che aveva lasciato in una rassegna come I Suoni delle Dolomiti. Presente in tre edizioni del festival, a partire dal 2009, quando si era esibito sull'Altopiano di Lavarone con i Buxusconsort. Nel 2010 Ezio Bosso ha composto una sinfonia ad hoc dedicata agli alberi della foresta dei violini del parco di Paneveggio, che è confluita nel disco Sinfonia no. 2 - Under the Tree's Voices [...].
di Angela Calvini
Avvenire, 6 aprile 2016
« [...] Io sono fortunato, la musica di cui mi occupo deve essere fatta bene, non ha bisogno di luci, noi ci mettiamo a nudo. È talmente assente la delicatezza, la fragilità, la sincerità e la storia che quando arriva ci stupiamo. Ci stupiamo di vedere noi sul palco». A Cagliari ha voluto incontrare ieri gli studenti del conservatorio, i musicisti, i professori in una di quelle lezioni aperte e gratuite che il torinese Bosso usa fare per condividere la musica. «È la prima volta che tengo il mio "Studio aperto" al di fuori di Palazzo Barolo a Torino, dove abita uno dei miei pianoforti e dove tengo due lezioni all'anno aperte a tutti», racconta mentre gli si avvicina una biondina col papà. «Mi chiamo Letizia, ho undici anni, suono il violino, canto ma ho iniziato col pianoforte. Mi fa un autografo?», gli chiede svelta. «Avevo la sua età quando frequentavo il conservatorio di Torino ed ero terrorizzato da un "cattivo maestro" che mi maltrattava - ricorda l'artista -. In un certo senso mi ha salvato John Cage, che un giorno entrò mentre mi maltrattava, mi ascoltò e disse "A me sembra molto bravo, perché grida?"».
Io non ho paura, Gabriele Salvatores
Quo vadis, baby?, Gabriele Salvatores
Il ragazzo invisibile, Gabriele Salvatores
Rosso come il cielo, Cristiano Bortone
Un amore, Gianluca Tavarelli
Qui non è il paradiso, Gianluca Tavarelli
Il dolce e l'amaro, Andrea Porporati
Tutti i film sono disponibili in Brianzabiblioteche.