INAUGURAZIONE: giovedì 5 luglio 2018 alle ore 19.00
La mostra racconta le linee programmatiche del MAC di Lissone attraverso le acquisizioni e le donazioni che hanno arricchito il patrimonio museale negli anni che decorrono dal 2000 al 2018.
Issione non solo mancò di rispetto al padre di sua moglie ma anche all'onnipotente Zeus. A causa della sua ingratitudine, Issione venne flagellato da Ermes, il quale era stato incaricato di estorcergli la frase «i benefattori devono essere onorati», dopodiché venne gettato nel Tartaro affinché scontasse le sue colpe, in eterno.
Al contrario di Issione, il MAC di Lissone si è sempre impegnato nella valorizzazione delle acquisizioni e dei lasciti che ne hanno arricchito il patrimonio artistico. Inaugurato nel novembre del 2000, il museo ha finalmente raggiunto la "maggiore età" e intende festeggiare i suoi diciott'anni di attività con una mostra riepilogativa che esprima la propria gratitudine a tutti coloro che si sono prodigati nell'arricchire le collezioni del MAC.
L'esposizione, che è stata concepita per svolgersi in due momenti distinti, intende tracciare uno spartiacque, illustrando quanto è stato fatto nella "infanzia" del museo e annunciandone il nuovo corso, quello della "maturità", sempre più incentrato sullo scambio vicendevole tra arte, visual e industrial design. La volontà di aprire i propri depositi, mostrando le opere ivi conservate, è propizia per conoscere e approfondire le linee culturali perseguite dal primo consulente del museo e dai tre direttori artistici che si sono succeduti nel corso degli anni. Claudio Rizzi (2000-2001), Flaminio Gualdoni (2001-2005), Luigi Cavadini (2005-2012) e Alberto Zanchetta (2012-2018) hanno guidato il MAC nell'arco di un ventennio, a ognuno di loro è stato riservato un diverso piano del museo, mettendo in mostra - attraverso le opere e gli artisti - lo svolgimento e lo sviluppo che hanno sa-puto imprimere all'identità museale.
Per un brevissimo lasso di tempo, Claudio Rizzi ha rivestito il ruolo di consulente dell'allora neonata Galleria Civica. Ex direttore della Permanente di Milano, Rizzi era stato incaricato dalla Amministrazione comunale di coordinare il "Premio d'Arte Città di Lissone", una rassegna originariamente promossa dal Centro Culturale Carlo Cattaneo. Delle tre edizioni da lui curate, dapprima al Palazzo Terragni e poi nella sede museale, sono testimoni i premi-acquisto assegnati a Giorgio Vicentini, Ernesto Jannini, Enzo Maio, Luiso Sturla e Augustín Español Viñas.
Allorquando la Civica Galleria lissonese consegue il riconoscimento dello status giuridico di Museo da parte della Regione Lombardia, modificando la sua nomenclatura da Civica Galleria a Museo d'Arte Contemporanea, l'Amministrazione decide di affidare a Flaminio Gualdoni l'incarico di direttore artistico .
Il primo ciclo espositivo curato da Gualdoni ("Dal Premio alla Pinacoteca"), corrisponde a requisiti di continuità e coerenza con la raccolta storica del "Premio Lissone". Sviluppata in tre atti, la rassegna offriva un panorama alquanto eterogeneo, sia nelle tendenze sia nei linguaggi, ma aveva anche il compito di incrementare il patrimonio artistico con una ventina di nuove acquisizioni: al versante figurativo appartengono i dipinti di Paolo Baratella, Davide Benati, Luca Caccioni, Bruno Ceccobelli, Mino Ceretti, Enrico Della Torre, Fernando De Filippi, Attilio Forgioli, Giancarlo Ossola; sul versante aniconico si distinguono invece le opere pittoriche di Italo Bressan, Riccardo Guarneri, Claudio Olivieri, Mario Raciti, Sergio Sermidi, Valentino Vago e Claudio Verna.
Spetta sempre a Gualdoni il compito di tenere a battesimo le nuove edizioni del "Premio Lissone", che da un lato mirano a premiare le nuove tendenze dell'arte, dall'altro cercano di rinsaldare un legame con il passato, premiando i Maestri che avevano partecipato alle edizioni storiche. Per quando riguarda le generazioni più giovani, al museo sono conservati i quadri di Matteo Bergamasco, Helga Franza e Michele Chiossi, mentre i dipinti di Vasco Bendini e Edo Murtić sono un lascito dei Premi alla carriera a loro conferiti.
Alla fine del 2005, la direzione del MAC passa a Luigi Cavadini, la cui attività - protrattasi fino all'estate del 2012 - è stata sensibile al panorama artistico del territorio. A seguito di alcune mostre monografiche, le opere di Gabriella Benedini, Mario De Leo, Max Marra, Giuseppe Monguzzi, Cristiano Plicato e Luigi Stradella entrano infatti nel patrimonio museale.
Sotto la sua egida direttiva, il "Premio Lissone" mantiene invariata la propria formula espositiva, conferendo i premi principali a Jolanda Spagno, Giovanni Cavaliere e José Miguel Pereñiguez.
Sul versante storicistico, si devono a Cavadini l'acquisizione di un disegno di Giorgio De Chirico, un quadro di Tino Vaglieri, due grandi tele di Giorgio Bellandi, un considerevole corpus di opere del concittadino Gino Meloni e gli stravaganti taglieri collezionati da Ico Parisi, che ne aveva affidato la realizzazione agli amici artisti, tra cui ricordiamo i nomi di Enrico Baj, Dadamaino, Sergio Dangelo, Lucio Del Pezzo, Bruno Di Bello, Aldo Galli, Fausto Melotti, Giò Ponti, Carla Prina, Pierre Restany, Emilio Tadini e Luigi Veronesi.
In ordine cronologico, Alberto Zanchetta ricopre la carica di terzo direttore artistico del MAC. Dopo aver ripianificato la programmazione del museo, dotandolo di una maggiore flessibilità e di un'apertura verso il design e l'architettura, Zanchetta ha spesso coinvolto gli artisti nella realizzazione di interventi semipermanenti (tutt'ora presenti all'interno della struttura architettonica), destinando inoltre alle collezioni le opere degli artisti che si sono succeduti nel corso degli anni, tra cui Daniele Bacci, Marco Cingolani, Andrea Di Marco, Marco Fantini, Matteo Fato, Giovanni Manunta Pastorello, Gianni Moretti, Luca Piovaccari, Vincenzo Rusciano, Nicola Samorì.
Oltre a monitorare le nuove generazioni, si ricordano le antologiche dedicate a Franco Grignani, Lorenzo Piemonti, Winfred Gaul, Grazia Varisco, Giovanni Campus, Michael Rögler, che lasciano traccia del loro passaggio con un'opera. Ai maestri del secondo Novecento si aggiungono le presenze di Alberto Biasi, Giuliano Barbanti, Alberto Cavalieri, Antonio Scaccabarozzi e Francesco Santambrogio, storico Presidente del "Premio Lissone". Zanchetta inizia inoltre una sistematica revisione dell'attuale Premio, effettuando rivolgimenti e cabotaggi ad ampio raggio che sfociano nell'acquisizione delle opere di Mattia Barbieri, Davide Mancini Zanchi, Sophie Ko, Paola Angelini, Elsa Salonen, Alessandro Gioiello, Angelo Sarleti e altri ancora.
Nel mese di settembre, le collezioni d'arte cederanno il posto alle collezioni di design e di grafica che costituiscono il nuovo nucleo patrimoniale; questo secondo appuntamento consentirà di conoscere le linee di ricerca più recenti del MAC, un museo che è sempre in divenire, che cresce e cambia di anno in anno.
Come recita lo Statuto dell' International Council of Museum , i musei sono al servizio della società e del loro sviluppo. Uno dei compiti che un Ente museale deve assolvere è lo svolgimento e la divulgazioni di ricerche d'interesse culturale: in quest'ottica, il MAC non è mai venuto meno alla sua vocazione formativa e informativa. Prestando grande attenzione alla tradizione e alla memoria della cittadina briantea, si è deciso di compilare un piccolo zibaldone di articoli, dattiloscritti e fotografie, grazie ai quali è possibile rivivere la genesi di un patrimonio collettivo che data agli anni Cinquanta. Il volume, a cura di Alberto Zanchetta, racconta i passi che muovono dagli albori della Civica Galleria lissonese fino all'odierna sede museale, demandando il racconto alle testimonianze di alcuni nomi illustri.
Museo d'Arte Contemporanea
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Lissone, 27 giugno 2018