MAC LIVELLO 1
INAUGURAZIONE: sabato 22 aprile ore 18:30
A cura di FEDERICO MAZZONELLI e ALBERTO ZANCHETTA
HB , la mostra personale di Marco Fantini [Vicenza, 1965], è dedicata al disegno, allo sguardo e ai presupposti che lo sostengono. L'artista si misura con la semantica della matita in un gioco costante di depistaggio, atto a minare i cardini desueti della percezione. Nelle opere esposte al museo di Lissone la matita è sempre presente, sotto forma di citazione diretta o di rimando implicito.
Fin dagli esordi, la traccia del disegno attraversa le opere di Fantini come un vero e proprio "secondo livello" di espressione; un gesto, quello del disegnare, che non precede mai l'opera, perché non la descrive e non ne costituisce l'ossatura progettuale, ma agisce semmai sul magma fondante della pittura per meglio definirla, riducendone l'enfasi e gli eccessi di espressività.
Se fino ad oggi la pittura e il disegno costituivano nelle opere di Fantini i poli opposti di un'antinomia, nei lavori qui esposti il disegno sembra voler far proprie anche le premesse e le ragioni della pittura. I sintomi di tale conversione sono già presenti in talune opere del recente passato (come ad esempio "La cura" e "Stop motion", entrambe del 2010) ma il suo conclamarsi risale a cinque anni fa, quando l'artista si trasferisce a vivere per lunghi periodi in Vietnam, esperienza che l'artista ricorda con queste parole: «Vista troppo da vicino la realtà si sfuoca, e disegnare è un po' come inforcare gli occhiali da vista: un allontanarsi dal contesto per poterlo ridefinire con maggior chiarezza. Per questo ho disegnato molto durante i miei soggiorni in Vietnam. Distante da obblighi espositivi, dichiarazioni di intenti o sfide concettuali, ho riscoperto il piacere della creazione ingiustificata e capricciosa. Piacere che tutt'ora prosegue e condiziona la realizzazione delle mie opere pittoriche».
Nella mostra al MAC il colore sembra bandito e la materia ricondotta alla traccia polverosa del gessetto sulla lavagna. In quest'occasione Fantini trasla nell'autoreferenzialità del disegno tutti i tratti caratteristici della sua poetica, enfatizzando l'allestimento con una decina di pali di castagno naturale che sono stati convertiti in grandi matite che esprimono il lavorio e l'ansia creativa. Le sculture in legno grezzo intervallano i lavori pittorici più recenti e quelli più datati innescando così veri e propri cortocircuiti visivi che depistano e confondono gli automatismi passivi della visione. «C'è molta distrazione in giro» - afferma l'artista - «lo sguardo sembra posarsi su tutto con la medesima passiva indifferenza. Guardare è invece un'azione, è "l'atto del ricevere" che si trascina dietro la coda di un'intenzione, di una consapevolezza, anche se inconscia».
HB è una mostra in cui il disegno diventa il mezzo ideale per ricordare che guardare non significa subire la realtà ma agire su di essa e per suo tramite, trasformandola e trasformando noi stessi .
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