INAUGURAZIONE: sabato 5 maggio 2018 alle ore 18.00
Saturi di colore e carichi di suggestioni visive, i dipinti di Gioacchino Pontrelli sono scene d'ambiente evanescenti ed enigmatiche. Complementi d'arredo e suppellettili vengono immersi in un coagulo di segni, geometrie e cromie che riconfigurano lo spazio domestico, trasformandolo in un luogo irreale, e non di rado lisergico.
In un mondo di finezze e dissonanze che si tingono dei colori dell'arcobaleno, Pontrelli rinnega le figure umane per concentrarsi unicamente sull'ambiente in cui vivono, qui assurto a vero e proprio "capriccio" pittorico. Com'è ovvio, non si tratta di un'indagine umanistica, né materialista, ma di un rimescolamento dei rapporti esistenti tra le immagini (che sono "cose tra le cose"). Pervase dagli umori e dalle atmosfere della pittura, le immagini sono inondate dal colore, che si muove, invade e cancella i disegni o i decori del fondo.
Parafrasando il titolo della celebre autobiografia di Simone de Beauvoir, Mémoires d'une jeune fille rangée, la mostra è incentrata sull'ultimo decennio di attività di Pontrelli, ma senza rispettarne l'ordine cronologico.
Spiega l'artista: «La ritrovata libertà espressiva dell'oggi e la rimarcata insofferenza nei confronti di istituzioni che non voglio vedere, famiglie posticce e ambienti sociali che non mi appartengono, mi fanno leggero e riesco a star bene accanto ad altri artisti, anche del passato, anche lontani da me. Niente più formalità prestabilite ma solo la consapevolezza della mia esperienza. Tutto questo fa di me, oggi, un ragazzo perbene».
Parimenti ai ricordi personali, l'esposizione è stata concepita come una "memoria collettiva", qui condivisa con alcuni dei bozzetti conservati nel fondo storico della locale Biblioteca del Mobile. Il valore documentario di queste tavole originali, risalenti alla prima metà del XX secolo, mette in risalto la produzione "in stile" degli artigiani e dei progettisti attivi ne lla cittadina lissonese, definita a ragione la Capitale del Mobile.
I disegni di A.R. Fossati, G. Rancati e S. Galli si affiancano così alle grandi tele di Pontrelli, sublimando l'estetica in una forma di perbenismo che si adopera per il bello e per il confort.
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