A cura di Francesca Guerisoli
Il MAC inaugura la nuova area Lounge con la mostra Luci, a cura di Francesca Guerisoli, che presenta le lampade che il museo ha acquisito nel corso degli anni, evidenziando le diverse declinazioni del tema luce dagli anni Sessanta ai giorni nostri attraverso la creatività dei progettisti. In mostra vi sono Eclisse (1965) di Vico Magistretti, Passiflora (1968) di Superstudio, Cuboluce (1972) di Franco Bettonica e Mario Melocchi, Tolomeo (1986) di Michele De Lucchi & Giancarlo Fassina, Ara (2003) di Ilaria Marelli, Elica (2009) di Brian Sironi, Guerra Fredda (2019) di Duccio Maria Gambi.
La
mostra Luci è allestita nell'intera area della Lounge e genera un
ambiente familiare, dove il pubblico può vivere un momento di relax comodamente
seduto sulle Louis Ghost (2002) di Philippe
Starck, e/o di approfondimento della visita al
museo e alle mostre in corso consultando i cataloghi e i libri relativi
all'attività espositiva.
Negli orari di apertura del MAC, alcune delle lampade
allestite vengono accese, generando nello spazio una piacevole atmosfera.
Eclisse (1965) di Vico Magistretti (alluminio verniciato, 12x18 cm), vincitrice del Compasso d'Oro nel 1967, rappresenta la possibilità di rispondere con semplicità a un'esigenza di tipo pratico, la regolazione della luce, soddisfacendo al contempo a criteri di accessibilità economica e minimo ingombro. Eclisse è composta dalla giustapposizione di tre calotte semisferiche. Attraverso la composizione di geometrie elementari la luce risultante produce un effetto di un'eclisse solare.
Passiflora (1968) di Superstudio (taglio laser e termoformato Perspex, 29x30x41 cm) ha origine da un prototipo in cartone dipinto per la mostra “Superarchitettura” del dicembre 1966, manifesto del Radical Design. Il cartone è stato sostituito da un materiale trasparente alla luce, trasformando Passiflora in un tronco di colonna luminoso la cui sagoma deformata oscilla tra il naturale e l’artificiale. Passiflora, riconosciuta come una delle più importanti lampade di design del XX secolo, emette una luce ambientale delicatamente diffusa che crea un’atmosfera speciale.
Cuboluce (1972) di Franco Bettonica e Mario Melocchi (tecnopolimeri, 11x10x10 cm) ha un aspetto rivoluzionario per le sue modalità di accensione e di spegnimento, senza l'uso di alcun interruttore. Come è tipico del design italiano di prodotti dell’inizio degli anni Settanta, Cuboluce mostra un raffinato uso della plastica di alta qualità e realizza il desiderio di creare un contenitore semplice e minimalista per i componenti elettrici.
Tolomeo (1986) di Michele De Lucchi & Giancarlo Fassina (alluminio lucidato, anodizzato, brillantato e sistema di equilibratura a molle, Base Ø 23 cm, max 129 x 122 cm) divenne subito un’icona del design italiano e nel 1989 vinse il Compasso d’Oro. Ispirata alle classiche lampade a molla, coniuga una forma tradizionale e intramontabile a tecnologie e materiali innovativi. La sua popolarità spinse Giancarlo Fassina e Michele de Lucchi non solo a diffonderla in tutto il mondo, ma a declinarla in molteplici versioni.
Ara (2003) di Ilaria Marelli (alluminio, 178x36x26,5 cm) è l'ultima delle lampade entrate nella collezione del MAC, grazie all'acquisizione avvenuta con la vittoria dell'VIII Premio Lissone Design (2022). Ara presenta un taglio di luce in una massa monolitica; la lampada è realizzata in alluminio con lineare led verticale orientabile manualmente e sorgente led uplight dimmerabile, disponibile con tecnologia Dim to Warm, per creare scenari luminosi sempre diversi. È stato il primo progetto a ricevere un importante premio di design, “Light of the future”, alla fiera “Light&Building” di Francoforte.
In
Elica (2009) di Brian Sironi (esposti al MAC due modelli in alluminio,
52x76x18 e 38x60x13 cm) il dispositivo on/off, imperniato sulla rotazione
orizzontale dell’asta (spessa solo 8 mm), lampada da tavolo in cui sono
incassati i LED, costituisce un'innovazione che non manca di stupire al primo
impatto con la lampada. La rotazione complessiva di 270° risulta sorprendente
perché Elica rappresenta uno dei rari casi in cui il gesto determina una
modifica di status sullo stesso elemento movimentato.
Guerra Fredda (2019) di Duccio Maria Gambi (calcestruzzo, rivestimento di ceramica riciclata, alluminio, led, 70x70x15 cm) fa parte dell'omonima collezione, che nasce dalla voglia di raccontare ed evocare. Il rivestimento in ceramica, accostato al cemento, rimanda a certi dettagli dell’architettura brutalista e socialista. Si crea così un doppio racconto, sinergico e contrastante. Allo stesso tempo, il titolo gioca e lavora su un altro livello, quello sensoriale, della vista e del tatto.
MAC - Museo d'Arte Contemporanea
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sabato e domenica 10.00-12.00 /15.00-19.00