Inaugurazione: venerdì 19 novembre 2021, ore 18.00
A cura di Francesca Guerisoli
Prodotto e promosso dal Comune di Lissone.
Casematte è una installazione inedita di Flavio Favelli che si propone di stimolare un dibattito sull'idea di collezione e collezionismo dell'arte, nonché sullo spazio museale destinato alla collezione dello storico Premio Lissone
Casematte è anche l'opera di esordio di Flavio Favelli al MAC. Il suo lavoro appare particolarmente interessante per un museo come il MAC e le sue collezioni d'arte e di design, in quanto comprende una vasta serie di opere in cui l'artista riutilizza arredi e oggetti di tempi e per usi diversi, assemblandoli e creandone delle sculture e installazioni, a volte conferendo loro una nuova funzione d'uso.
Al centro del progetto context-specific Casematte si pone la collezione permanente storica del Premio Lissone, manifestazione che ebbe un importante riscontro in Europa e che richiamò qui, dal 1946 al 1967, diversi tra i più noti artisti contemporanei del tempo. Attualmente, tale collezione è allestita come una quadreria, con opere poste l'una accanto e sopra l'altra, le cui didascalie di accompagnamento, vengono tutte raggruppate in un unico pannello collocato su una parete laterale.
Osservando lo spazio della sala espositiva, Flavio Favelli ha pensato ad una scelta decisa e radicale che possa tentare di cambiare la percezione dello spazio. L'intervento consiste nell'installare nella sala tre composizioni/costruzioni simili - Casematte, appunto -, simili per dimensione, che si vanno a configurare come dei "monolite". I tre blocchi sono costituiti dalle tipiche cassette di plastica utilizzate per trasportare le bottiglie, oggetti che l'artista raccoglie e colleziona da tempo. Uno dei due blocchi è di colore rosso, composto da cassette "Igea Catanzaro", ditta ormai scomparsa; gli altri sono costituiti da diversi tipi di cassette, con marchi e colori differenti.
Scrive Flavio Favelli: le cassette portabottiglie di bibite e di acqua sono oggetti apparentemente banali: sono una delle poche cose non vendibili perché appartengono alla ditta che le produce. In ognuna c'è sempre scritto proprietà privata o tutelata o perseguibile ai termini di legge. Fanno parte di una strana categoria di prodotti inalienabili e si possono reperire solo quando sono abbandonati.
Hanno colori netti e loghi e nomi poco marcati, creando uno strano equilibrio fra oggetto di industria e qualche libertà estetica.
Sono parte del paesaggio Italiano. Sono oggetti che testimoniano, con un semplice segno pubblicitario del recente passato, un complesso mondo di ricordi e immagini che l'Italia, nell'età moderna, ha saputo inventare. In particolare, il logo del marchio Igea, figura mitologica greca, rappresenta un mondo oramai svanito di piccole presenze locali ed indipendenti, un tempo scomparso, dove la storia creativa del Bel Paese si traduceva in prodotti e pubblicità.
La storia moderna non è più costituita dell'arte, ma dai prodotti e dalle merci. C'è anche un sottile filo fra l'oggetto cassetta, banale, reietto, ma cosa tutelata e l'opera d'arte: entrambi hanno uno status particolare, hanno uno statuto ontologico diverso dagli altri oggetti.
Alle pareti ci saranno dei "quadri", composizioni di cartone con smalto colore oro, che, con le cassette, contribuiscono ad affermare una specie di idea di terzo paesaggio rivisitato, rimaneggiato, sofisticato, dove il segno dell'imballaggio, della scatola, degli oggetti dell'industria, diventano soggetti. Il contenitore diventa così contenuto, mostrando un immaginario articolato.
Alcune plafoniere al neon daranno luce all'ambiente, che escluderà la classica illuminazione da galleria.
Dopo la Laurea in Storia Orientale all'Università di Bologna, prende parte al Link Project (1995-2001). Partecipa alla residenza TAM a Pietrarubbia diretta da Arnaldo Pomodoro nel 1995 e al Corso Superiore Arti Visive della Fondazione Antonio Ratti di Como con Allan Kaprow nel 1997. Ha esposto con progetti personali al Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato nel 2005, a Projectspace 176 a Londra nel 2006, alla Fondation Antoine de Galbert a Parigi nel 2007, alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo a Torino nel 2008, al Museo Marino Marini di Firenze nel 2009, al Museo Riso a Palermo nel 2010, al MACRO di Roma e al MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna nel 2011, alla Maison Particulière a Bruxelles nel 2014, al MAXXI di Roma nel 2015. Ha progettato e realizzato Sala d'Attesa nel Pantheon di Bologna all'interno del Cimitero Monumentale della Certosa nel 2008, che accoglie la celebrazione di funerali laici. Ha partecipato a due Biennali di Venezia: la 50ma ("Clandestini", a cura di Francesco Bonami) nel 2003 e la 55ma ("Vice versa", Padiglione Italia a cura di Bartolomeo Pietromarchi) nel 2013.
Nel 2015 l'opera Gli Angeli degli Eroi viene scelta dal Quirinale e dal Ministero della Difesa per rappresentare i militari caduti nella ricorrenza del 4 Novembre. Nel 2017 produce il progetto Serie Imperiale col supporto dell'Italian Council. Nel 2021 l'opera I Maestri serie Oro è commissionata e acquistata dalla Fondazione Torino Musei GAM mediante il Piano Arte Contemporanea del Ministero. Ha al suo attivo più di 20 monografie e ha scritto per il quotidiano La Repubblica edizione di Bologna e le riviste Doppiozero, Exibart e Artribune.
INGRESSO LIBERO
con prenotazione consigliata: prenotazioni.museo@comune.lissone.mb.it
Accesso consentito con Super Green-Pass, ad eccezione dei minori di 12 anni e dei soggetti con certificazione medica specifica.
| M A C |
Viale Elisa Ancona, 6 20851 Lissone - MB
museo@comune.lissone.mb.it
tel. 039 2145174 - 039 7397202