MAC LIVELLO 2
INAUGURAZIONE: sabato 23 settembre alle ore 18:00
A cura di a cura di LORENZO RESPI
C'è un tempo per ogni cosa. E ogni cosa ha il suo tempo. Che si tratti di oggetti, di luoghi, di persone o di ricordi, il tempo lascia su di essi il segno del suo trascorrere inesorabile. Talvolta si manifesta con un atto fisico, materiale, come un crollo, una lesione o un logoramento; altre volte, invece, rimane latente, come fosse un'impercettibile suggestione, un presentimento, che solo un occhio sensibile riesce a intercettare e fissare in un'immagine. E proprio questo è quanto sa cogliere l'obiettivo di Silvia Camporesi [Forlì, 1973] che nel suo percorso espressivo si è sempre concentrata sulla ricerca dell'identità - perduta o ritrovata - dei luoghi visitati, per riportarne alla luce lo spirito più essenziale.
Il progetto Genius Loci racconta, attraverso una ricca selezione di fotografie tratte dalle serie Atlas Italiae (2015) e Mirabilia (2017), la lunga storia di luoghi abbandonati e di spazi curiosi, dispersi lungo tutta la penisola italiana. L'artista ha viaggiato per diversi anni per l'Italia, in lungo e in largo, chiedendo alle persone informazioni che l'aiutassero a scovare località e meraviglie nascoste, e spesso sconosciute, per poi poterle fotografare interpretandone il profondo significato esistenziale.
Eco, forse, dei suoi studi di filosofia, l'approccio di Silvia Camporesi all'architettura e all'ambiente è quello tipico della fenomenologia che indaga le interazioni tra luogo e identità. Genius Loci non è una semplice ricognizione di luoghi, è piuttosto la summa per immagini di un intreccio di caratteri sociali e antropologici, di stili architettonici e forme naturali, di cultura materiale e immateriale, di usi, costumi e abitudini che hanno caratterizzato questi luoghi. Negli scatti in mostra l'umanità c'è, ma non si vede: la sua presenza si avverte nella funzione degli spazi, nei manufatti ancora in opera e nei reperti del passato, negli affioramenti del-la memoria e nelle spie sull'attualità. L'irruzione improvvisa dell'artista riporta la vitalità dell'umanità in questi spazi ormai chiusi in prospettive rigide e alienanti: sono il carcere di massima sicurezza e la scuola dell'Isola di Pianosa, una fabbrica abbandonata a Ficarolo in Veneto, a Predappio o nella Val Nerina nei dintorni di Terni.
Attualmente Silvia Camporesi è impegnata in un nuovo lungo viaggio in Italia alla ricerca di costruzioni bizzarre, musei insoliti e meraviglie naturalistiche, per svelare un patrimonio sommerso attraverso il proprio sguardo. In mostra si riconoscono la Biblioteca Malatestiana di Cesena, il Teatro all'Antica di Sabbioneta, la Rocchetta Mattei a Grizzana Morandi, l'Abbazia di San Galgano a Chiusdino e il Teatro di Villa Mazzacorati a Bologna.
Proprio come fa il tempo, anche l'artista lascia il segno del suo passaggio su alcune fotografie, intervenendo direttamente per colorarne la superficie. Al tempo si somma altro tempo, in un divenire continuo e composito di identità.
In collaborazione con
Museo d'Arte Contemporanea
Viale Elisa Ancona, 6 20851 Lissone - MB
museo@comune.lissone.mb.it
tel. 039 7397368 - 039 2145174