INAUGURAZIONE: sabato 7 settembre ore 18.30
INGRESSO LIBERO
Giuseppe Monguzzi è cresciuto tenendo a mente e negli occhi i quadri dello storico Premio Lissone. A soli ventidue ottiene il privilegio di partecipare all'edizione più importante del Premio Lissone, quella del 1961, nella sezione informativa-sperimentale dedicata ai giovani dell'ultima generazione. Allora era una giovane promessa, ma nel corso dei decenni ha continuato a perseverare, confermando lunghe attese e grandi aspettative. Abbandonata ben presto la pittura figurativa, Monguzzi si è poi rivolto alla gestualità e all'espressività del colore. I suoi dipinti vengono infatti risolti con pennellate dense e intense, che conferiscono alle tele un forte dinamismo e una energica tensione. Il colore è sicuramente la nota dominante dell'artista, un colore che definisce una poetica e che lo stesso artista tiene a precisare: «Ogni sperimentazione, ogni ricerca deve fare i conti con ciò che si è e con quel patrimonio di idee e cultura che si ha dietro alle spalle. Tutto ciò anche nella complessità inconscia che ognuno di noi possiede. Rendere concreta una sensazione visiva, questo è il momento più difficile e più esaltante per un pittore, questa costante ricerca, questo spogliarsi continuamente davanti alla tela bianca, sempre col timore del - non - trovare l'equilibrio dei due poli. Il gesto che diventa segno, un gesto provocatorio, di violazione, di dissacrazione, fino al non previsto - verso un ignoto che è già tutto dentro il magma del proprio vivere».
È del 1986 la prima antologica che la sua città natale gli dedica nel Palazzo Vittorio Veneto, riconoscendo in Monguzzi la raggiunta maturità di un cammino artistico che non lo può escludere dalla schiera dei grandi. Nel 2008 torna all'attenzione dei suoi concittadini con una mostra al Museo di Lissone che ne celebra "Cinquant'anni di pittura", proponendo una panoramica del suo lavoro in un percorso che parte dagli anni Cinquanta e giunge fino agli anni più recenti; è questo un degno coronamento e riconoscimento di una ricerca autonoma e matura, sicuramente appassionata. In occasione del suo ottantesimo compleanno, l'Amministrazione comunale ha inteso omaggiare l'artista per la terza volta, dando voce alla sua (segreta) passione per la pittura. Una passione che è tutta la sua vita, così come dimostrano alcuni piccoli dipinti della fine degli anni Settanta che introducono ai grandi quadri dei decenni successivi. Una ventina di opere, appositamente scelte, sono state individuate a corollario delle tre tele conservate nel Museo: Segrete Passioni (1985) che ha ispirato il titolo di questa stessa mostra, Omaggio a García Lorca (1988) che per l'occasione si accompagna a tre inediti dipinti dello stesso ciclo, fino allo slancio verticale del recente Ascensione (2005).
L'impegno dell'Amministrazione, sempre attenta alle testimonianze del territorio, è anche un vivo riconoscimento al gesto istintivo e al gusto per il colore di Giuseppe Monguzzi. La mostra a lui dedicata è, non per caso, ospitata nella sala Gino Meloni, colui che l'ha formato e tenuto a battesimo nella disciplina pittorica. Di lui Meloni aveva scritto che « Monguzzi predilige una pittura intensa di significati, ricca, dominata da una volontà di penetrare le realtà, di coglierne taluni aspetti più austeri del paesaggio, non lo interessano l'aerea trasparenza e la dolcezza del colore, ma le atmosfere dense di umore poetico».
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