Posa della Pietra d'Inciampo realizzata dall'artista Gunter Demnig
dedicata ad ATTILIO MAZZI (1885-1945)
Attilio Mazzi nasce a Verona il 27 aprile 1885. Residente a Milano, sposato con Augusta Guaita, ha quattro figli: Alberto, Alfredo, Alma e Anna. A Lissone aveva aperto uno stabilimento per la tranciatura del legno.
Il 25 luglio 1943, nella riunione del Gran Consiglio del fascismo, Mussolini è messo in minoranza: la caduta del regime è decretata. L'indomani, Attilio Mazzi sfila per le vie di Lissone, innalzando un cartello con l'immagine di Badoglio, mettendosi a capo di un breve corteo. Percorre Via Sant'Antonio, attraversa Piazza Vittorio Emanuele III (l'attuale Piazza Libertà) sino alla Casa del Fascio, dove vengono strappate le immagini di Mussolini e distrutti i simboli del fascismo.
Per il suo dichiarato antifascismo, Attilio Mazzi verrà arrestato. Inizia per lui il tragico viaggio verso i lager nazisti: prima il carcere di Monza, poi quello di San Vittore a Milano. Il 27 aprile 1944 giunge al campo di concentramento di Fossoli. Viene poi trasferito al campo di concentramento di Bolzano, dal quale parte il 4 agosto con destinazione Gusen, sottocampo di Mauthausen. Il 7 agosto venne identificato come "schutz" e immatricolato con il numero 82424. Sottoposto a lavori faticosi, resi ancor più pesanti dalla scarsa alimentazione, Attilio Mazzi muore a Gusen il 9 aprile 1945.
Il Comune di Lissone, insieme ai comuni di Cesano Maderno e di Seregno, ed in collaborazione con l'associazione Senza Confini di Seveso, è stato nel 2019 fra i promotori e fondatori del Comitato per le Pietre d'Inciampo. Nel 2020 hanno aderito al Comitato per le Pietre d'Inciampo anche altri 14 comuni della provincia di Monza e della Brianza.