Durante l'inaugurazione della settima edizione del Premio Lissone Design, al Museo d'Arte Contemporanea di Lissone, la Giuria formata da Giacinto Di Pietrantonio, Beppe Finessi e Alberto Zanchetta ha conferito la palma della vittoria a DUCCIO MARIA GAMBI.
Pur ritenendo tutti gli autori partecipanti di altissimo livello, la Giuria ha deciso all'unanimità di assegnare il Primo premio a DUCCIO MARIA GAMBI, esprimendo un forte apprezzamento per l'evidente livello di maturità raggiunta dall'autore con la serie Guerra Fredda, punto di arrivo di una ricerca ormai decennale sull'utilizzo alternativo dei tradizionali materiali dell'architettura. Gli oggetti presentati provano, riuscendoci, a riscrivere le tipologie classiche degli elementi d'arredo e propongono nuove forme e contemporanei colori applicati a sedimentate funzioni: oggetti come opere che mostrano una grande capacità dell'autore di donare a questo nuovo "sistema" di arredo una evidente e originale valenza scultorea.
Inoltre, la Giuria ha deciso di assegnare una Menzione speciale alla serie Custodia di SIMONA PAVONI per aver saputo realizzare, con materiali poveri messi in dialogo tra loro, opere di intensa e intima sensibilità in cui si coglie un respiro sintonizzato alle migliori ricerche contemporanee che affondano le radici nelle esperienze dell'arte e del design radicale.
A conclusione dei lavori, Giacinto Di Pietrantonio e Beppe Finessi hanno tenuto a formulare il proprio apprezzamento per l'organizzazione generale del Premio, per le scelte tematiche e per la selezione sia degli invitati, sia dei lavori in mostra, per tanto si augurano che le future edizioni riescano a mantenere le stesse premesse e il medesimo prestigio che il Premio Lissone Design ha raggiunto nel 2017 e nel 2019.
Lissone, 8 dicembre 2019
Guerra fredda è una collezione che parte e nasce dalla voglia di raccontare ed evocare. Il rivestimento in ceramica diventa protagonista e attivatore di una serie di lavori che, accostati al cemento, rimandano a certi dettagli dell'architettura brutalista e socialista. Si crea così un doppio racconto, sinergico e contrastante, che il titolo della serie vuole connotare come geografia spaziale e temporale. Allo stesso tempo, il titolo gioca e lavora su un altro livello, quello sensoriale, della vista e del tatto, raccontando il contrasto visivo tra la grisaglia del cemento e la brillantezza cromatica delle mattonelle. Ogni opera porta nel titolo le coordinate geografiche del luogo di provenienza delle mattonelle, rendendo ancora più forte il legame tra la vita di adesso e il materiale che fu.
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