Di cosa parliamo quando parliamo di gdl

E allora incominciamo con una definizione. Parziale, discutibile, emendabile, reversibile ma pur sempre utile a disegnare una cornice entro la quale collocare quello che avviene in questi raduni dal sapore un poco carbonaro.

Qualcuno di loro legge ad alta voce mentre gli altri, in religioso silenzio, ascoltano accovacciati su una poltroncina? O forse si sono dati convegno per assistere ad una lezione tenuta da chi "la sa lunga" su un certo libro o un certo autore? Magari queste donne e questi uomini leggono insieme, fanno cioè una "lettura collettiva", un po' come succede in certe aule scolastiche o comunità religiose. O forse,  sono tutti membri di un cenacolo di eletti dove si fa esercizio di critica letteraria. Niente di tutto questo. Quelle donne e quegli uomini danno corpo, voce, passione ad un gruppo dove la parola d'ordine è la condivisione di pensieri, riflessioni,  sottolineature, rimandi scaturiti dalla lettura, privata, di un libro. Fanno cioè quella che, secondo una felice definizione di Luca Ferrieri, va sotto il nome di "lettura condivisa".  Sia chiaro, la lettura è un gesto privatissimo che qui, però, molti hanno il coraggio di mettere in circolo con generosità, sfidando timidezze e l'inevitabile timore di qualche goffaggine. L'esperienza della lettura è unica, irripetibile e preziosa, si intreccia con la nostra storia personale di donne e uomini che hanno aspirazioni, interessi, passioni, vissuti qualche volta così divergenti da sembrare inconciliabili.
Ecco perché decidere di svelare il riverbero che quella singola lettura ha generato in noi è, per certi versi, un po' come mettersi a nudo, consapevoli che la nostra posizione potrà generare dissensi ma anche inaspettate adesioni.