INAUGURAZIONE: VENERDI' 3 FEBBRAIO -ORE 18,00
Orari: da martedì a venerdì: 15.00 - 19.00;
sabato e domenica: 10.00 - 12.00 / 15.00 - 19.00
lunedì chiuso.
Visite guidate per le scuole su prenotazione: tel. 039 2145174
Ingresso gratuito
Info: tel. 039 2145174 museo@comune.lissone.mi.it
"Dalla parola all'immagine dal segno alla materia" è una mostra, che documenta l'opera multiforme di Nino Lupica e nasce sulla scorta della ricerca che l'artista ha compiuto nel tempo raccordandosi e confrontandosi con le parole di alcuni dei poeti e degli scrittori più stimolanti della storia della letteratura internazionale. Da qui il titolo che attiene le relazioni che caratterizzano il divenire, dentro l'attività dell'artista e, nello specifico, dentro la mostra, del linguaggio artistico letterario attraverso la mediazione dell'artista. La rassegna assume quindi anche una valenza didattica, mostrando come avvenga il passaggio dalla parola scritta all'immagine e, dentro l'immagine, il passaggio dal segno alla materia.
Lupica, che è stato dal 1989 al 2003 condirettore dell'Accademia di Belle Arti di Como prima con lo scultore Andrea Cascella e poi con lo storico e critico d'arte Raffaele De Grada, orienta da sempre la sua ricerca e la sua produzione artistica sia verso tematiche che trovano riscontro nella poesia e nella letteratura di ogni tempo, e rende molto attuali i "trasferimenti emozionali" che si determinano tra il verso poetico e l'immagine figurativa, riuscendo a "cogliere il seme della poesia per creare altra poesia".
Il filo conduttore della mostra è quindi costituito da una carrellata di opere a china, ma soprattutto a gouache, in cui le visioni e le riflessioni di importanti scrittori prendono forma e visibilità, in un confronto ravvicinato tra gli scritti dei poeti e la rappresentazione che ne fa l'artista.
Pur con alcune puntate verso poeti europei fra i più significativi (Charles Baudelaire e Federico Garcia Lorca), la rassegna privilegia la letteratura italiana, in un percorso che parte da Dante Alighieri e si sviluppa poi attraverso le opere di Gabriele d'Annunzio ed Eugenio Montale, per concludersi con Mario Luzi, con cui Lupica ha avuto una lunga frequentazione e una collaborazione intensa.
Questi lavori su carta, densi dell'immediatezza del segno e della eloquenza di un colore che ha funzione atmosferica piuttosto che descrittiva, si accompagnano ad una serie di sculture in bronzo e a un gruppo di arazzi in cui le suggestioni della parola e del segno si fanno materia, dando corpo, in un modo allusivo fatto soprattutto di assonanze e di corrispondenze formali, a una narrazione che matura dalla interiorizzazione delle sensazioni che le parole, a volte banali a volte ermetiche, racchiudono in sé.
La mostra si chiude su alcune tele (di derivazione digitale) che Lupica ha realizzato negli ultimi anni, partendo da un progetto tradizionale - a matita e/o a tecnica mista - che viene quindi elaborato, modificato e definito con gli strumenti propri della tecnologia contemporanea.
"Un percorso interessante - sottolinea Daniela Ronchi, Assessore alla Cultura, Identità e Tradizioni locali del Comune di Lissone - che intreccia letteratura ed arte, mostrando come nella semplicità della parola e del segno siano racchiusi gli infiniti significati (ma anche gli strumenti) di una espressione sincera che muovendo dall'animo del poeta/artista riesce a raggiungere la mente e il cuore del fruitore."
La mostra, a cura di Luigi Cavadini, è accompagnata da un catalogo che, nel presentare le riproduzioni delle opere, accompagnate spesso dai versi che le originano, si sofferma sulle considerazioni fatte nel tempo da critici e storici dell'arte e da letterati sulla ricerca che Lupica ha compiuto "dalla parola all'immagine dal segno alla materia"