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INCONTRO:"GILLO DORFLES Tra teoria e pittura"

Foto di GILLO DORFLES

Giovedì 25 marzo 2010 ore 21.00, presso il Museo d'arte contemporanea di Lissone

Nell'ambito della mostra "Il Grande Gioco" proposta contemporaneamente al Museo d'arte contemporanea di Lissone, alla GAMeC - Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo e alla Rotonda di via Besana a Milano, giovedì 25 marzo si terrà presso gli spazi del museo di Lissone un incontro con GILLO DORFLES, figura significativa della cultura italiana del '900 e testimone importante delle esperienze artistiche e critiche del periodo considerato nella rassegna.

 
 

Particolarmente significativo e storicamente rilevante è stato per Dorfles il ruolo di teorico all'interno del M.A.C. - Movimento d'Arte Concreta, di cui fu tra i fondatori con Soldati, Monnet e Munari. Proprio nella  sezione di mostra presentata al Museo d'arte contemporanea di Lissone a tale movimento è dedicata un'attenzione particolare, con riferimento specifico all'impegno posto dai maggiori esponenti di esso nel favorire la sintesi delle arti, coinvolgendo nell'esperienza artistica vari aspetti del vivere, dall'architettura all'arredo, dal tessile alla moda, alla televisione.

 

Gillo Dorfles è stato inoltre - e lo è tuttora - pittore particolarmente intrigante, con una produzione che per la verità poco concede all'arte concreta di matrice geometrica, ma racconta - scrive Luigi Sansone nella introduzione al catalogo ragionato della sua pittura edito recentemente da Mazzotta - un mondo "ermetico, misterioso e fantastico".

 

Per addentrarci in questo mondo, attraverso una riflessione che parte proprio dal catalogo ragionato della sua opera pittorica, con Dorfles saranno presenti Luigi Sansone che è, fra l'altro, curatore della mostra antologica dell'artista attualmente allestita in Palazzo Reale a Milano (fino al 23 maggio) e Luigi Cavadini, direttore del Museo d'arte contemporanea di Lissone. 

 

Nota biografica a cura di Anna Comino

Gillo Dorfles nasce a Trieste nel 1910 da padre goriziano (la cui famiglia è residente in Friuli dal Settecento) e da madre genovese.
In seguito allo scoppio della prima guerra mondiale si trasferisce con la famiglia a Genova, dove trascorre l'infanzia. Al termine del conflitto rientra a Trieste e si iscrive al Liceo Classico. La tradizione mitteleuropea e l'italianità appena acquisita fanno di Trieste una città vivace e stimolante, dove il giovane Gillo ha modo di frequentare la casa di Umberto Saba, quella di Italo Svevo e il salotto borghese di Elsa Dobra.

Nel 1928 si trasferisce a Milano, per seguire i corsi universitari di medicina. Qui riallaccia i rapporti con gli amici triestini Ernesto Rogers e Bobi Bazlen, che lo introducono negli ambienti letterari e artistici del capoluogo lombardo, e inizia una collaborazione al "L'Italia Letteraria". Le prime realizzazioni pittoriche sono di questo periodo, anche se di carattere strettamente privato (la passione per forme e colori gli viene forse dalla madre, pittrice dilettante, mentre la tecnica la impara frequentando lo studio di Leonardo Borgese). Suo modello è il concittadino Arturo Nathan, da cui gli derivano certi impasti cromatici e un'atmosfera visionaria e fiabesca.
Dopo i primi tre anni di studi a Milano decide di completare il percorso universitario a Roma come allievo interno nella clinica Cesare Frugoni, con l'intenzione di specializzarsi in neuropsichiatria.
La laurea arriva nel 1934 con una tesi che lo stesso Dorfles definirà "dignitosa, ma non brillante". Nello stesso anno si reca a Dornach per seguire le lezioni degli allievi di Rudolf Steiner al Goetheanum. L'anno seguente compie il servizio militare nei dragoni del Reggimento Nizza Cavalleria, il che gli consente di frequentare Torino e gli intellettuali della cerchia di Felice Casorati.

La sua pittura è ormai completamente libera da tratti naturalistici: le forme organiche si confondo in uno spazio in cui le densità corporee perdono le loro caratteristiche, possedute da forze spirituali che fluttuano in un tempo sospeso.
Dopo il matrimonio con Lalla Gallignani, celebrato nel 1936, nel '37 è di nuovo a Milano.
Gli anni del secondo conflitto li trascorre a Lajatico, cittadina toscana dove si dedica alla poesia, alla pittura e alla terracotta invetriata.

Nel 1948 fonda, insieme a Bruno Munari, Atanasio Soldati e Gianni Monnet, il MAC - Movimento Arte Concreta. L' intenzione è di proporre un nuovo linguaggio espressivo alla luce delle ricerche astratte condotte oltralpe negli ultimi vent'anni. Dopo la prima mostra alla Libreria Salto il gruppo inizia una regolare attività espositiva in Italia (Gallarate, Aosta, Torino, Milano, Modena) e all'estero (Austria, Jugoslavia, Argentina, Cile, Francia). Il MAC offre a Dorfles la possibilità di proporre riflessioni teoriche molto avanzate e nello stesso tempo di rendere visibile un lavoro creativo dal linguaggio espressivo ormai maturo e ben definito.
Tra gli anni Cinquanta e Sessanta il lavoro critico di Dorfles ha una portata rivoluzionaria, che va a intaccare l'allora dominante modello crociano. Il suo interesse nasce dall'osservazione critica di fatti concreti, di tendenze germinanti: Dorfles non si focalizza sulla teorizzazione di principi generali, ma si dedica allo studio di aspetti periferici, di confine, legati al presente e soggetti a continue mutazioni e stratificazioni. Ciò che lo affascina sono i gusti, le tendenze legate alla moda, i consumi, le tecniche, i mezzi di comunicazione di massa (tra cui la televisione e la pubblicità giocano un ruolo determinante), le relazioni sociali, i tic visti attraverso livelli diversi di complessità e assimilazione. Il tutto soggetto all'influenza del tempo, cioè ai cambiamenti, anche minimi, alle trasformazioni, ai movimenti. Nelle sue riflessioni teoriche vi sono argomenti ricorrenti, sui quali torna con costanza negli scritti, ma affrontandoli di volta in volta da un punto di vista differente e con esiti spesso destabilizzanti.
I numerosi impegni critici e la docenza universitaria all'inizio degli anni Sessanta (libero docente e poi ordinario di estetica presso le Università di Milano, Trieste, Cagliari) fanno sì che Dorfles abbandoni l'attività pittorica, ma non grafica, fino al 1985.
Frequenti i viaggi all'estero (Inghilterra, Parigi, Jugoslavia, USA, Argentina, Brasile, Messico, URSS, Giappone), quasi sempre in occasione di congressi, convegni o altre attività culturali (visiting professor nelle Università di Cleveland, Buenos Aires, Città del Messico, New York).

 

Notevole il corpo delle opere, tra saggi e monografie, di cui si ricordano le principali: Discorso tecnico delle arti (1952), Architettura moderna (1954), Le oscillazioni del gusto (1958), Il divenire delle arti (1959), Ultime tendenze dell'arte oggi (1961), Simbolo, comunicazione, consumo (1962), Il disegno industriale e la sua estetica (1963), Nuovi riti, nuovi miti (1965), Estetica del mito (1967), Artificio e natura (1968), Il Kitsch (1968), Introduzione al disegno industriale (1972), Dal significato alle scelte (1973), Il div e n i re della critica (1976), Mode & Modi (1979), L'intervallo perduto (1980), La moda della moda (1984), Materiali minimi (1985), Elogio della disarmonia (1986), Il feticcio quotidiano (1989), Preferenze critiche (1993), Fatti e fattoidi (1997), Conformisti (1997), Irritazioni (2000), La (nuova) moda della moda (2008).

A partire dagli anni Trenta ha svolto un'intensa attività di critica d'arte e saggistica collaborando a "La Rassegna d'Italia", "Le Arti Plastiche", "La Fiera Letteraria", "Il Mondo", "Domus" (di cui è stato vicedirettore), "Aut Aut" (di cui è stato redattore capo), "The Studio", "The Journal of Aesthetics".

Per le sue attività ha vinto numerosi premi: Compasso d'oro e Medaglia d'oro alla Triennale di Milano, Premio della critica internazionale di Girona, Matchette Award for Aesthetics, Travel Grant for Leaders and Specialists, Ambrogino d'oro, Genoino d'oro, Sangiusto d'oro, Premio Marconi 2002 per la pittura.

È Accademico onorario di Brera, Membro della Academia del Diseño di Città del Messico, Fellow della World Academy of Arts and Sciences, Dottore honoris causa del Politecnico di Milano e della Universidad Autonoma di Città del Messico, Cittadino onorario di Paestum.
Di pari passo, anche se in modo completamente autonomo, si è dedicato all'attività pittorica che lo ha impegnato in numerose mostre personali, tra cui: Galleria Wittenborn di New York (1954), Studio Marconi di Milano (1986), Spaziotemporaneo di Milano (1989, 2007), Galleria Editalia di Roma (1990), Galleria Il Vicolo di Genova (1991), Circolo Artistico di Bologna (1992), Galleria Vismara di Milano (1992), Galleria Orti Sauli di Genova (1994), Galleria Arcadia Nuova di Milano (1996), MMMAC di Paestum (1997), Studio Dabbeni di Lugano (1999), PAC di Milano (2001), Galleria Martano di Torino (2006), Galleria Transarte di Rovereto (2006), Santa Cita a Palermo (2006), Museo Revoltella a Trieste (2007). 

 

Da Luigi Sansone, Gillo Dorfles. Catalogue Raisonné, Mazzotta, Milano 2010
Per gentile concessione delle Edizioni Gabriele Mazzotta

 

Informazioni:

Museo d'arte contemporanea
Viale Padania 6 (fronte Stazione FS)
museo@comune.lissone.mb.it   www.museolissone.it
tel. 039 2145174; 039 7397368 

 
Ultima Modifica: 31/10/2022