Giovedì 3 novembre ore 21.00
Museo d'arte contemporanea
Viale Padania 6, Lissone - MB
Ingresso libero fino ad esaurimento posti.
Cogliendo le suggestioni contenute nella biografia di Hunter Drohojowska-Philp, le giornaliste Francesca Amé e Cara Ronza presentano la vita privata e l'arte della più celebre donna artista americana del XX secolo.
L'iniziativa si avvale del patrocinio dell'Assessorato alla Cultura del Comune di Lissone e della Provincia di Monza e della Brianza.
Lettere autografe, documenti, racconti di persone legate all'artista: dal "personaggio" O'Keeffe si arriva alla "donna" O'Keeffe, classe 1887. Sicura e inquieta ad un tempo, ma certo non sempre baciata dalla buona sorte come vuole la leggenda. Una prima infanzia nel Wisconsin con i genitori che subiscono rovesci di fortuna; continui trasferimenti e passaggi da una scuola all'altra; ma l'attitudine per l'arte è già nei geni in Georgia bambina e in alcuni dei molti fratelli, incoraggiata da una madre non affettuosa, ma aperta alla cultura. Per impegnare tutti quei bambini la maestra di disegno porge loro rametti e foglie da copiare: da qui, forse, l'amore duraturo di Georgia per la rappresentazione della natura. Un'adolescenza praticamente priva di mezzi e una prima giovinezza al lavoro come illustratrice freelance sottopagata non minano il suo talento per l'arte, confortato dalle lezioni alla University of Virginia. Un incontro fondamentale con Anita Pollitzer, con cui Georgia, trasferita a New York, frequenta poco prima del 1915 le mostre nella già celebre galleria 291 del fotografo Alfred Stieglitz, presto fautore della sua fortuna. Lui apprezza i disegni di Georgia, la elogia, comprende che ha un giovane talento davanti a sé. Certo non gli dispiace che lei sia bella e abbia 20 anni meno di lui. Ma c'è anche un elemento in più, che spinge un gallerista che tratta Pablo Picasso, Henri Matisse, Constantin Brancusi e Auguste Rodin, ad accettare i lavori di una perfetta sconosciuta: lei è "american". Proprio come il giovane fotografo Strand, l'altro nuovo artista a cui Stiegliz si interessa. Che cosa vuole da O'Keeffe e Strand? Creare una generazione americana, che nulla debba alla lezione europea.
Ecco dunque le opere di O'Keeffe esposte alla 291 di Alfred Stieglitz: alla galleria rinomata si aggiunge un'ottima recensione di un critico rispettato. Da qui, non può che essere un'ascesa. L'amore con Stiegliz arriva più avanti e da quel momento l'ascesa è davvero un'impennata: Georgia diventa in breve l'artista donna più famosa e pagata d'America, la sua vena creativa diviene sempre più personale e florida, come la sua vita con Stiegliz che divorzia dalla moglie e la sposa. Gli anni '20 segnano una felice congiuntura di successo su tutti i registri, che dura molti anni. Ma quando O'Keeffe diviene più ricca e famosa del suo pigmalione, lui perde interesse per lei, si rivolge ad altre implumi creature da crescere e sedurre. O'Keeffe sopporta, ne soffre, si ammala, poi rifiorisce, si isola nel New Mexico, dove dal 1946, alla morte del marito, si stabilisce per sempre.
Celebrata su prestigiose riviste popolari come Vogue e Life, fotografata nel tempo da importanti fotografi che ci hanno restituito le celebri immagini di lei nel deserto con i suoi sassi, teschi e oggetti e immancabili abiti lunghi, Georgia O'Keeffe vive dal 1946 al 1986 in un grande ranch confortata dall'amicizia col giovane scultore Juan Hamilton, un collaboratore che presto le dischiude una seconda stagione fortunata allestendo mostre di sue opere, e curando la pubblicazione dell'autobiografia. A Hamilton è rimasta, alla morte dell'artista nel 1986, una considerevole eredità.
Francesca Amé, 34 anni, milanese, giornalista professionista, collabora con le pagine d'arte e cultura del quotidiano Il Giornale, oltre che con Vanity Fair, Style.it, Donna&Mamma. Titolare del blog di cultura generale Visto d'Amé www.francescaame.com
Cara Ronza, 41 anni giornalista professionista, responsabile da dieci anni della pagina dei libri per il mensile Arte di Editoriale Giorgio Mondadori - Gruppo Cairo.
Segreteria di redazione Johan & Levi Editore, tel. 039 7390 330
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