Pianterreno e interrato a cura di Alberto Zanchetta.
Il Museo d'Arte Contemporanea di Lissone espone fino al 27 gennaio 2013 le opere selezionate per il PREMIO LISSONE 2012, concorso che ha riconosciuto a Mattia Barbieri il premio acquisto di €10.000,00 per l'opera Square (2012, tecnica mista su tavola, cm 140x100) che andrà ad arricchire le collezioni permanenti della sede museale.
A latere dell'esposizione dei ventisei finalisti, il Museo ospita negli spazi del pianterreno e dell'interrato la mostra PITTURA PERPETUA che ripercorre la storia del Premio Lissone, dal 1946 al 1967, attraverso le opere della collezione e i documenti dell'epoca. Un tuffo nel passato che permetterà ai visitatori di conoscere, approfondire e riscoprire i documenti ufficiali così come i retroscena susseguitisi nelle organizzazioni di uno dei più prestigiosi appuntamenti culturali del secolo scorso. Fondato dalla Famiglia Artistica Lissonese nel lontano 1946, il Premio è stato un punto di riferimento per le ricerche e le sperimentazioni pittoriche del dopoguerra, capace di monitorare gli umori e le tendenze artistiche, nutrendo l'ambizione di trasformarsi in «qualcosa di molto diverso e di molto serio rispetto ai soliti premi che si fanno in Italia». Ed è proprio grazie agli sforzi di Guido Le Noci, animatore entusiasta e instancabile, che il Premio diventa internazionale, annoverando dal 1953 fino al 1967 le presenze nazionali di Austria, Belgio, Cecoslovacchia, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Giappone, Inghilterra, Jugoslavia, Norvegia, Olanda, Polonia, Portogallo, Spagna, Svezia, Svizzera e Ungheria.
Oltre alla divulgazione e alla valorizzazione dei pittori attivi nel periodo postbellico, il Premio ha permesso di acquisire le opere dei vincitori, costituendo così un patrimonio culturale che ancor oggi fa parte della collezione permanente del MAC di Lissone. In occasione di questa mostra sono stati riproposti alcuni dei più significativi premi acquisto dell'epoca, permettendo allo spettatore di ricostruire e rivivere gli orientamenti pittorici che si sono avvicendati nell'arco di un ventennio. A iniziare da Ennio Morlotti (Immagine, 1951) e Renato Birolli (Ondulazione marina, 1955), due dei più rappresentativi esponenti del Gruppo degli Otto, che si professavano «né realisti né astrattisti». Mauro Reggiani (Composizione, 1952) e Piero Dorazio (Teodora, 1959) appartengono invece alla linea dell'astrattismo geometrico, che sarà messo in ombra dalla pittura informale, che trova la sua massima espressione in Antoni Tàpies (Terre sur marron foncé, 1956), quindi dalle opere incentrate sul segno, il gesto e la materia di Emilio Vedova (Immagine del tempo, 1958-59) e Emilio Scanavino (Ecce homo, 1956-57), così come di Edo Murtič (Verticale agitata, 1963) e William Crozier (Essex paysage, 1958). Infine, gli sviluppi degli anni Sessanta con il Nouveau Réalisme di Françoise Dufrêne (L'anglaise, 1961) e la Pop art di Mario Schifano (Cartello n.20, 1960), Valerio Adami (Camel, 1967) e Patrick Hughes (Pencil in the Sun, 1965).
A fianco delle opere è stata esposta, per la prima volta al pubblico, un'antologia di documenti rintracciati negli archivi comunali, in quelli della biblioteca e della Famiglia Artistica Lissonese. Tra le fonti storiche ci sono locandine, buste, inviti, volantini informativi e altro materiale di propaganda del Premio, planimetrie degli allestimenti, cataloghi e articoli di giornale. Non potevano quindi mancare i bandi di concorso e i regolamenti del Premio, i comunicati stampa inerenti le assegnazioni dei premi e delle menzioni d'onore, i verbali delle commissioni, gli elenchi delle opere esposte, l'ammontare dei premi in denaro, indicazioni sulla composizione delle Giurie e dei Comitati D'onore.
Ampio risalto è stato dato a un importante e nutrito carteggio tra Guido Le Noci e i membri delle giurie (tra cui Giulio Carlo Argan, Lionello Venturi, Marco Valsecchi, Giuseppe Marchiori, Luigi Carluccio) come pure alle lettere inviate agli artisti che aderirono alle edizioni del Premio (è il caso di Eduardo Arroyo, Enrico Baj, Afro Basaldella, Renato Birolli, Antonio Corpora, Howard Hodgkin, Mattia Moreni, Ennio Morlotti, Arnulf Rainer, Bernard Rancillac, Emilio Scanavino, Atanasio Soldati), alcuni dei quali erano stati sollecitati ad aderire alla rassegna, muovendo loro il seguente rimprovero: «E pensare che molti pittori, dall'Italia all'estero, picchiano alla porta del Premio Lissone, per avere l'onore di parteciparvi». Saranno inoltre fruibili amenità e curiosità varie, come ad esempio un piccolo disegno a biro che Argan accluse a un testo critico, il conto spesa di Ungaretti presso l'Excelsior Albergo Gallia, un quaderno con annotate le fatture e le relative liquidazioni, la ricevuta delle Assicurazioni Generali per le opere di Fautrier, Hartung, Tàpies e Schumacher.
Scorrendo le opere e i documenti dell'epoca, sarà possibile gettare uno sguardo ampio e variegato sulla cronistoria del Premio, occasione che permetterà di ri-vedere o ri-leggere il passato in continuità con il presente e il futuro di un concorso che ha fatto (la) storia.
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