La mostra personale di Marco Cingolani non vuole essere un'antologica, bensì un ripensamento critico del proprio iter artistico. Un'esposizione "funambolica" che si snoda sul filo della memoria e della sperimentazione, oltre che un "singulto" in avanti e all'indietro, o magari un tuffo nel passato con conseguente riflusso nel presente. Due date segnano gli estremi di questo percorso: il 1991 corrisponde alla maturità artistica di Cingolani mentre il 2011 - all'età di 50 anni - è il momento di un bilancio della propria attività. Vent'anni che si ricollegano tra di loro, come un ouroborus,creando un circolo metodico e virtuoso al contempo.
Dopo aver dipinto L'attentato al Papa e Il ritrovamento del corpo di Aldo Moro, la pittura di Cingolani si impone all'attenzione del pubblico e della critica d'arte per il suo impegno etico, morale e sociale. La volontà di vivere le vicende del proprio tempo inducono l'artista a realizzare l'installazione Domani all'alba cari miei (1991) esposta per la prima volta al Castello di Volpaia equi riproposta nella sua interezza. L'opera si compone di una quarantina di ritratti montati su listelli di legno, alla maniera dei cartelli usati dai manifestanti durante i picchetti di protesta; affastellate contro la parete del museo, i dipinti assumono l'aspetto di una barricata-palizzata in cui la ressa di volti finisce per affollare lo spazio espositivo.
Nel solido impianto compositivo e descrittivo della pittura si evince un realismo volutamente ingenuo, da illustratore più che da pittore, che l'artista mutua in una chiave popolare. Nelle intenzioni dell'artista «le persone nell'installazione Domani all'alba cari miei non manifestano per ipropri diritti, ma reclamano i propri doveri. Non abbiamo diritto a un bel niente, ma dobbiamo conquistarci il diritto di costringere il mondo ad assolvere il proprio dovere. [...] La vera utopia, che risolverebbe tutti i nostri problemi, è IL DOVERE AL POTERE».
Con uno scarto temporale di vent'anni, Cingolani ha voluto mettere a confronto l'installazione con un grande dipinto, Vacanze americane (2011), in cui ritroviamo un analogo corteo di persone e di picchetti che si dileguano in profondità, vaporizzandosi nel paesaggio. Il soggetto, simile eppur diverso, sembra sia stato lasciato decantare senza però subire il disincanto degli anni trascorsi. Le "vacanze", cui allude il titolo dell'opera, potrebbero far pensare a un disimpegno rispetto ai fatti di cronaca raccontati in gioventù, in realtà è la pittura stessa a essere engagé, portavoce di un Potere che appartiene ai colori e ai pennelli. I blu fumiganti, i rossi intensi stesi à plat, le larghecampiture e i grovigli di segni che si alternano ai graffi e alle macchie inscritte nel dipinto, denotano un intenso grado espressivo. Dematerializzate nello slargo naturalistico, le figure sembrano subire una condizione panica, in cui "tutto è pittura".
La dialettica-dualità tra il dipinto e l'installazione viene poi raddoppiata all'interno del MAC di Lissone, contrapponendo un nutrito gruppo di opere su carta datate agli anni Novanta e un recente disegno su Dibond in cui l'artista ha compendiato i soggetti, gli stili e le sperimentazioni che hanno caratterizzato la sua ricerca. Anche la mostra è stata pensata come un "disegno" che va delineandosi-compiendosi nel corso di un ventennio, sancendo due estremi temporali, vale a dire le tappe significative della vicenda umana e artistica di Cingolani, fermo restando che «non è l'Arte a dover incontrare la Vita, ma è la vita ad essere innamorata dell'arte»
Marco Cingolani (nato a Como nel 1961, vive e lavora a Milano) ha sempre cercato di annullare il potere normativo delle immagini mediatiche, conscio del fatto che l'arte possa offrire un punto di vista decisivo per l'interpretazione del mondo. Tra le sue mostre personali si ricordano: A perdita d'occhio (Pinacoteca Civica, Broletto e Biblioteca Comunaledi Como, 2011), Percorsi della fede (Galleria Boxart, 2007), Di che colore sono? (Galleria Emilio Mazzoli, 2007), Percorsi della fede (Galleria Boxart, 2007), Di che colore sono? (Galleria Emilio Mazzoli, 2007), Finalmente a casa (Galleria Antonio Colombo, 2007), La lunga notte di Paparazzo (Palazzo della Ragione di Mantova,2003), Bang-Bang (Palazzo Strozzi di Firenze e Scuderie Aldobrandini per l'Arte di Frascati, 2002), Stropicciarsi gli occhi (Palazzo della Promotrice di Torino, 2002), Marco Cingolani (MAN, Museo d'Arte di Nuoro, 2000), Hotel des etrangers (Istituto francese di cultura di Firenze, 2000), Divina Mimesis (Palazzo S. Giovanni in Monte, Università di Bologna,1998), Cingolani-Pusole (Museo Laboratorio, Università La Sapienza di Roma, 1997), Terra e cielo da sempre uniti (Galleria Mazzoli, 1995), INRI (Spazio Lazzaro Palazzi di Milano, 1990), Il mercato del concetto (Galleria Diagramma -Luciano Inga Pin). Nel 2009 ha esposto alla 53a Esposizione Internazionale d'Arte della Biennale di Venezia.
a cura di Alberto Zanchetta
inaugurazione sabato 6 aprile 2013 ore 18:00
museo@comune.lissone.mb.it
tel. 039 7397368 - 039 2145174
Martedì, Mercoledì e Venerdì h 15-19
Giovedì h 15-23;
Sabato e Domenica h 10-12 / 15-19
INGRESSO LIBERO