a cura di Alberto Zanchetta
Inaugurazione
domenica 23 giugno ore 11:00
Per Pablo Picasso «la scultura è il miglior commento che un pittore possa fare sulla pittura», Barnett Newman definiva invece la scultura come «quella cosa su cui inciampi quando indietreggi per guardare bene un quadro». Ma cosa accadrebbe se l'inciampo diventasse il fruitore delle opere che l'attorniano? Cosa accadrebbe cioè se scultura e pittura si trovassero a contrapporsi, esponendosi l'una alla presenza dell'altra? Il sarcastico Salvador Dalí affermava che «il meno che si possa chiedere a una scultura è che stia ferma», nulla vieta però di poterle accordare la facoltà di guardare la propria "nemesi".
Il ciclo La scultura interroga la pittura cercherà di instaurare dei momenti dialettici in cui una scultura possa colloquiare con un dipinto, creando così un legame tra un maestro del passato e un artista contemporaneo. Ogni scultura - figurativa e a grandezza reale - sarà posizionata di fronte a un quadro della collezione permanente, dando l'idea che le sculture siano esse stesse dei connoiseurs d'arte, assorti nella suadente allure della pittura. Le opere che nei mesi di giugno e luglio instaureranno un rapporto di affinità elettiva sono Camel di Valerio Adami (1967, acrilico su tela, 194x129 cm) e Perrot player di Nicola Bolla (2000/2003, carte da gioco e trespolo in metallo, 193x50x38 cm).
Valerio Adami si differenzia dalla Pop statunitense perché la sua visione tende a ragionare sulla complessità della tradizione europea. L'assunzione dei soggetti massmediali, della figurazione pubblicitaria e fumettistica tende alla massima semplificazione, sino a raggiungere un'elementare ed elegante struttura disegnativa; la pittura stesa à plat rispecchia infatti la forma del segno. Il dipinto Camel - opera premiata all'ultima edizione dello storico Premio Lissone - rientra nel ciclo dei temi urbani, in cui il soggetto architettonico risente ancora di suggestioni avanguardistiche.
Noto per le sue sculture con cristalli Swarovski, Nicola Bolla propone uno degli animali della serie Player. Si tratta di un esotico volatile, "implume" perché ricoperto di carte da gioco che sono state accostate tra loro in base alle figure e ai semi delle carte. Il pappagallo, con le ali adese al tronco e la lunga coda che scende lungo il trespolo su cui è abbarbicato, tradisce una postura timida e schiva. Benchè scosti lo sguardo dall'opera di Adami, l'uccello sembrerebbe intrattenere un rapporto di somiglianza con il dipinto che ha di fronte.
Si noti, ad esempio, come i piani squadrati (Emilio Tadini li avrebbe definiti «spigoli seghettati») che si intersecano nel quadro ricordino la stratificazione delle carte da gioco della scultura. Entrambi gli artisti tendono a una maniacale cura del dettaglio, a una sintesi e a una stilizzazione delle forme che si risolve in una visione artificiale - di urbe e di fauna - caratterizzata da cromie piatte, prive d'ombre o chiaroscuri. Delineate con calma e chiarezza, le due opere mettono in evidenza i segni di Adami, da una parte, e i semi di Bolla, dall'altra, dando vita a un bizzarro rendez-vous.
> Valerio Adami è nato a Bologna nel 1935. Vive e lavora a Meina, Montecarlo e Parigi.
> Nicola Bolla è nato a Salluzzo (CN) nel 1963, vive e lavora a Torino.
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Martedì, Mercoledì e Venerdì: 15.00 - 19.00
Giovedì: 15.00 - 23.00
Sabato e Domenica: 10.00 - 12.00 / 15.00 - 19.00
INGRESSO LIBERO