PIANO INTERRATO
INAUGURAZIONE sabato 19 ottobre 2013 ore 17:00
A CURA DI ALBERTO ZANCHETTA
INGRESSO LIBERO
PAOLO BARATELLA, RENATO BIROLLI, DOMENICO CANTATORE, MINO CERETTI, FERNANDO DE FILIPPI, GIANFRANCO FERRONI, ATTILIO FORGIOLI, FRANCO FRANCESE, GINO MELONI, ENNIO MORLOTTI, GIANCARLO OSSOLA, PIERO RUGGERI, LUISO STURLA, TINO VAGLIERI
Quella del Realismo è stata una stagione, lunga, intensa, idealista, che oggi costituisce un importante documento storico-sociale. Attraverso le opere della
collezione del MAC di Lissone si è cercato di tracciare una sommaria, ma significativa, evoluzione della pittura nostrana del secolo scorso.
Il Realismo in pittura, così come lo intendiamo ancora oggi, risale alla metà dell'Ottocento ed ebbe il suo epicentro in Francia, con un largo focolaio anche in Italia. La cultura figurativa dell'epoca presta una grande attenzione ai dettagli e alle tematiche umane, cerca altresì di rappresentare l'esistente non solo grazie a una
letterale verosimiglianza con la natura, bensì lasciando trasparire un impegno civile, morale e ideologico. Lo spirito nazionalpopolare spinge gli artisti verso un verismo critico, talvolta audace, persino enfatico e grottesco. La responsabilità di raccontare e comunicare con le masse induce la pittura divulgativa - la figurazione
è sempre stata associata alla narrazione - non esente però da un'incisiva denuncia dei valori. La tendenza realista perdura in seno alle avanguardie storiche, sempre ispirata a fatti di cronaca o alla vita vissuta, opponendosi sia agli accademismi sia ai postcubismi ed espressionismi dell'arte. In aperto dissidio con il Gruppo Novecento della Sarfatti, alla fine degli anni Trenta del secolo scorso, l'eterogeneo Gruppo di Corrente mescola letteratura e arti visive sottoponendo la realtà a una disamina critica. Stilisticamente disomogenei, gli affiliati si riconoscono per la loro pretesa di "verità esistenziale". Alla compagine di Corrente aderiscono Renato Birolli e Ennio Morlotti, l'ultimo dei quali si troverà a militare assieme a Piero Ruggeri nelle fila dell'Ultimo naturalismo teorizzato da Francesco Acangeli, movimento che ha tangenze con la pittura informale. Rivisitazione paesaggistica mossa e scossa da una penetrazione psicologica: Natura è sentirsi coinvolti, partecipanti di un'enorme vicenda che include passione e sensi.
Un nuovo, accentuato ritorno alla figurazione si riscontra anche in corrispondenza con il secondo dopoguerra. A cavallo degli anni '40 e '50 emerge una tendenza
neorealista che si oppone in modo perentorio agli sperimentalismi geometrici o informali. Si vedano le opere di Domenico Cantatore e di Gino Meloni. Sull'onda
del dissenso formale di Morlotti e di Birolli, nel 1957 si afferma il Realismo esistenziale, nella definizione che ne offre Marco Valsecchi. Rispetto al Realismo
ufficiale, quello esistenziale si rifà alla filosofia, da Husserl a Sartre, di cui si fanno portavoce alcuni pittori milanesi come Gianfranco Ferroni, Tino Vaglieri, Franco Francese e Mino Ceretti, nei cui dipinti emerge il loro spirito inquieto, tormentato e tragico, che si rispecchia in toni cupi e soggetti urbani pervasi dall'alienazione.
La drastica rottura degli esistenzialisti trova una breve ripresa anche negli anni Sessanta, grazie a reinterpretazioni individualistiche che esulano da un programma coeso, sia sotto l'aspetto civile sia per quanto riguarda l'impegno politico; ne fanno parte Paolo Baratella e Fernando De Filippi, che con Giancarlo Ossola, Attilio Forgioli e Luiso Sturla appartengono a quella che era stata definita Nuova figurazione.
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