PIANO INTERRATO
INAUGURAZIONE sabato 14 dicembre ore 18:00
AGOSTINO BONALUMI, ITALO BRESSAN, PIERO DORAZIO, FRANCO GRIGNANI, RICCARDO GUARNIERI, EDO MURTIČ, CLAUDIO OLIVIERI, LORENZO PIEMONTI, MARIO RACITI, MAURO REGGIANI, MICHAEL RÖGLER, SERGIO SERMIDI, TURI SIMETI, VALENTINO VAGO, CLAUDIO VERNA, GIORGIO VICENTINI, AGUSTÍN ESPAÑOL VIÑAS
a cura di ALBERTO ZANCHETTA
INGRESSO LIBERO
Dopo il prologo delle Cronache del dopo-bomba, che indagava le esperienze informali a livello internazionale, e l'interludio de La Milizia Realista, incentrata sull'evoluzione del Realismo in Italia, Una prospettiva radiante è il logico compimento di una trilogia espositiva ispirata alle collezioni del MAC che si arricchiscono di tre nuove opere. In occasione di questa mostra vengono infatti presentate un'inedita Psicoplastica (1972) di Franco Grignani, importante esponente della Op Art, un Tre tempi matematici (1981-1999) di Lorenzo Piemonti, epigono dell'Arte concreta di matrice elvetica, e K516 (1998) di Michael Rögler, il cui rarefatto processo cromatico appartiene all'ambito della monochrome malerei
Giorgio Manganelli aveva scritto che «ogni triangolo vorrebbe essere scambiato per Dio». Dagli imeni triangolari del secolo scorso hanno origine le geometrie che invadono il piano interrato del museo: forme e formalismi pittorici che rispecchiano una necessità di rigore e di assoluto, aspirazione sovente associata a un certo misticismo (la parola "monaco" deriva da monos, cioè "solo", vocazione che gli artisti tendono a condivi-dere con il colore puro).
L'area di ricerca astratto-geometrica, che nel Novecento aveva sancito l'inevitabile rottura con la tradizione figurativa, si cristallizza in strutture primarie che vengono asservite al mondo del numero e della regola, come nel caso di Piero Dorazio e di Mauro Reggiani, che negli anni Trenta sono stati tra gli alfieri dell'astrazione geometrica. Intransigenti nei confronti dell'arte iconica, le composizioni dei due artisti aprono la strada a reticoli e forme "plastico-concrete" contraddistinte da una accurata progettualità.
L'esposizione prosegue poi con le diafane estroflessioni di Agostino Bonalumi e Turi Simeti che forzano il riduzionismo fino alla tabula rasa. Nelle loro opere si accentua l'atteggiamento autoriflessivo nella pratica del fare arte, tesa a indagare la thingness e la flatness della superficie pittorica. Dal purismo delle superfici monocrome si passa quindi al lirismo policromo di Bressan, Guarnieri, Olivieri, Raciti, Sermidi, Vago, Verna, Vicentini, esponenti di una pittura tonale che si produce in un'emissione/impressione di luminosità. Tra nitori e trasparenze, in questi dipinti si sprigiona un'energia corpuscolare che si dà come organismo in dissoluzione. La generazione è quella della cosiddetta pittura analitico-riduttiva, la quale spazia dai crismi della geometria - infinitamente reiterabile - a corpi eteri, impalpabili, che rinunciano ad arroccarsi dietro generiche definizioni di "Senza titolo" o di "Composizioni", cedendo viceversa il passo a suggestioni che evidenziano un amore più morbido e intimo per l'ab-stracto.
A dispetto della ferrea partitura di Dorazio, le linee si dissolvono qui in un ritmo (anziché in uno spettro) cromatico; l'astrazione si fa vibrante, caratterizzata da pennellate delicate, più sensuali che razionali, come testi-moniano anche le declinazioni in ambito internazionale di Edo Murtič e Agustín Espa-ñol Viñas.
museo@comune.lissone.mb.it
tel. 039 7397368 - 039 2145174
Martedì, Mercoledì e Venerdì 15.00 - 19.00
Giovedì 15.00 - 23.00
Sabato e Domenica 10.00- 12.00 / 15.00 - 19.00