PIANO INTERRATO
INAUGURAZIONE sabato 14 dicembre ore 18:00
a cura del CURA DEL DIPARTIMENTO DI ARTI VISIVE DELLA LABA
INGRESSO LIBERO
L'occhio è il nostro principale organo di senso, il quale veicola la forma - ma anche il significato - delle cose che ci circondano. Dedicare attenzione a un'opera d'arte implica una particolare concentrazione (visiva) da parte del percipiente. Ebbene: cosa stiamo guardando quando ci troviamo di fronte alle opere di questi giovani artisti?
Nel ciclo fotografico Ossimoro, Elena Marzocchi compie un'immedesimazione in situazioni e costumi che si contrappongono agli oggetti presenti nell'immagine. Suscitando una sensazione di disturbo nello spettatore, Marzocchi intende scardinare alcuni tra i più comuni stereotipi.
La scultura-ziggurat di Anna Negretti è il conseguimento di una radicale sublimazione: dall'oggetto al sapone.
Attraverso piccole modifiche, realizzate direttamente sulla scansione di un francobollo, Nicolò Maggioni cerca di imprimere una traccia del proprio passaggio. Un segno non invasivo che riesca ad amalgamarsi con la natura stessa dell'oggetto filatelico.
Nel video Magna carta Martina Brugnara strappa e mastica un libro di storia dell'arte, atto che rimanda alla "negazione" intesa non solo come gesto del ricusare ma anche come contenuto del rimosso. La volontà di negare la storia dell'arte non sottintende un valore negativo, è anzi necessaria per superare quelli che sono i limiti nati dalla stratificazione/ saturazione delle ricerche artistiche. Mediante un gesto forte e intuitivo, il video racconta l'annullamento (a volte doloroso) delle parole e delle immagini.
Nei suoi dipinti, denominati Parvenze, Elisa Rossetti attua una stratificazione del colore che nasconde l'immagine (spezzettata) posta sulla cartavetro. L'intento è quello di rappresentare la società odierna, quella che dà più valore alla forma esterna rispetto all'interiorità degli individui.
I lavori su carta di Camilla Zanini sono degli "studi tra natura e forma". Il linguaggio del segno e quello delle geometrie dialogano all'interno di un'immagine formalmente incoerente, ma incline alla ricerca di un equilibrio.
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