PIANO TERRA
INAUGURAZIONE sabato 14 dicembre ore 18:00
a cura di ALBERTO ZANCHETTA
INGRESSO LIBERO
In occasione della XVI Settimana Lissonese tenutasi nel 1973, gli architetti Alberto Salvati e Alberto Tresoldi allestirono la mostra Proposte critiche per 6 alloggi IACP presso il Centro del Mobile di Lissone. Promuovendo le ricerche per "la casa degli anni '70", l'esposizione si incentrava/interrogava sugli spazi abitativi dell'edilizia pubblica. Tra gli arredamenti progettati appositamente per la mostra, destò molta attenzione la proposta che Ugo La Pietra fece per le case Gescal. Tenendo fede al Sistema disequilibrante teorizzato in quegli anni, l' OCCULTAMENTO di La Pietra metteva in crisi gli spazi codificati e ne svelava usi percettivi e funzionali. Al progetto venne riconosciuto un premio da parte della città di Lissone, e sei anni più tardi valse all'autore il conferimento del Compasso d'Oro.
Sono trascorsi quarant'anni da allora, e per ricordare la singolare collaborazione tra Ugo La Pietra e i mobilieri lissonesi (esecutori del progetto furono due ditte artigiane: Arosio Giacobbe & figli e F.lli Viscardi) vengono riproposte tavole e fotografie dell'epoca, corredate da materiali d'archivio che raccontano un importante capitolo nella storia del design moderno.
Agli inizi degli anni Sessanta in Italia nascevano i primi programmi di sperimentazione nei settori dell'edilizia residenziale. Vennero infatti varate le norme Gescal (Gestione Case dei Lavoratori) che richiedevano una progettazione più consapevole per quanto riguardava gli interventi nelle case popolari; la richiesta della "progettazione integrale" e della "progettazione coordinata" costituiva un primo, significativo tentativo di innovazione procedurale. È in questo contesto ideologico che si inserisce l 'OCCULTAMENTO di La Pietra, che l'autore aveva così raccontato sulle pagine del Numero unico pubblicato dall'Ente comunale del mobile di Lissone: «Data la mancanza di una effettiva possibilità di approfondire il tema sul piano economico, produttivo, sociale ed anche formale, cerco con questa proposta di porre in luce le contraddizioni più grossolane riscontrabili all'interno dello spazio abitativo proposto (mancanza di uno spazio vitale una volta inserite le strutture atte a risolvere la funzione "dormire" che appare la "dominante" e che invece, attraverso l'operazione proposta di occultamento , viene ridotta praticamente a zero) e la non volontà di "calare dall'alto" modelli di arredo (precostituiti) o strutture "disponibili alla manipolazione" che mistificano il problema lasciandolo praticamente inalterato (problema del ruolo e del rapporto che esiste tra progettazione e fruizione). Nella mia proposta appare chiaro da una parte il tentativo di esprimere una presa di posizione critica nei confronti dello spazio, così come ci viene fornito dalle norme GESCAL, dall'altra la volontà di proporre non tanto soluzioni precostituite imposte dall'alto, quanto ritrovare nella progettazione di spazi interni abitativi, un ruolo da parte del formalizzatore che non copra tutti i possibili GRADI DI LIBERTÀ che lo spazio potrebbe consentire, realizzando cioè delle "strutture di base" che siano in grado di risolvere i problemi più grossolani dell'attrezzatura di uno spazio abitabile, lasciando poi però alla possibilità di intervento dell'individuo la libertà di agire autonomamente, minimamente condizionato alla creazione di uno spazio congeniale alle sue effettive esigenze. Il progetto non vuole essere quindi una reale soluzione al tema proposto, ma un approccio al problema, esprimendo attraverso l'operazione di occultamento alcune scelte all'interno della sua effettiva soluzione».
Tra il 1966 e il 1972 Ugo La Pietra teorizza il Sistema disequilibrante che si colloca in una dimensione storica sufficientemente comprensibile: il rifiuto di operare nella logica del sistema per riuscire a individuare operazioni estetiche capaci di decodificare, provocare e dare la possibilità di rompere gli schemi precostituiti. Così scriveva l'autore nel 1966: «L'ipotesi fondamentale su cui si basa la mia ricerca si esprime attraverso lo studio e la definizione dei gradi di libertà che sono reperibili all'interno delle "strutture organizzate". Individuati questi, le soluzioni progettuali si manifestano attraverso precipitazioni (a qualsiasi scala di intervento) in grado di costituire momenti di rottura all'interno della base programmata. La sommatoria di questi momenti dovrebbe portare alla costituzione di un Sistema disequilibrante in grado di coinvolgere qualsiasi processo di formalizzazione. L'indagine all'interno dei vari campi disciplinari (sulla ipotesi formulata) mi ha portato al chiarimento e al superamento (nell'ambito della ricerca bidimensionale e oggettuale) della problematica relativa all'arte programmata, inserendo quegli elementi di rottura che sono facilmente identificabili con il concetto del Sistema disequilibrante sopra espresso. Nelle più recenti realizzazioni a livello ambientale, con la possibilità di manipolare elementi più complessi (vale a dire le componenti fondamentali dello spazio: il suono, la luce, il colore, il tempo, ecc.), ho potuto trasferirele esperienze espresse precedentemente in maniera ancora allusiva (coinvolgendo direttamente il comportamento dell' individuo) in questa nuova scala di intervento, potendo così segnalare meglio alcuni concetti spaziali informatori».
Artista, architetto, designer, Ugo La Pietra è nato nel 1938 a Bussi sul Tirino (Pescara). Dal 1962 ha sviluppato un'attività tendente alla chiarificazione e definizione del rapporto individuo-ambiente. All'inizio di questo processo di lavoro ha realizzato strumenti di conoscenza (modelli di comprensione) tendenti a trasformare il tradizionale rapporto opera-spettatore. Ha esercitato dentro e fuori le discipline dichiarandosi sempre "ricercatore nelle arti visive". Con le sue ricerche ha attraversato diverse correnti artistiche ("arte segnica", "arte concettuale", "arte ambientale", "arte nel sociale", "narrative art", "cinema d'artista", "nuova scrittura", "extra media", "neo-eclettismo", "architettura e design radicale"). Ha comunicato e divulgato il suo pensiero e le sue esperienze attraverso una intensa attività didattica ed editoriale. Si è fatto promotore di gruppi di ricerca (Gruppo del Cenobio, Gruppo La Lepre Lunare, Gruppo Design Radicale, Global Tools, Cooperativa Maroncelli, Fabbrica di Comunicazione, Libero Laboratorio) e di attività espositive che hanno coinvolto un grandissimo numero di artisti, architetti e designers.
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