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Comunicato Stampa 

 

LISSONE CITTÀ «VAMPIRA»?

NO, SULLE TASSE SIAMO TRA I MENO ESOSI IN PROVINCIA E NELL'AREA METROPOLITANA

 

Mercoledì sera parecchi lissonesi saranno rimasti colpiti da una notizia, inserita in coda al telegiornale TG3 Lombardia, secondo il quale la nostra città applica agli uffici le tasse più alte della Regione...  La fonte citata era un rapporto di AssoLombarda, l'associazione regionale degli industriali, secondo la quale Lissone sarebbe uno dei Comuni peggiori i perché avrebbe aumentato le tasse per gli uffici delle imprese addirittura di oltre il 30%.

Stiano però tranquilli i lissonesi: il nostro Comune nel 2013 ha avuto una fra le più basse pressioni fiscali della Provincia di Monza e Brianza, per cui la notizia del Tgr3 è infondata, o meglio è due volte sbagliata. Eccone la dimostrazione.

Il primo errore: il rapporto di AssoLombarda si basa su propri (inspiegabili) metodi di calcolo, sicuramente fuorvianti per quanto riguarda Lissone. Il dato essenziale è infatti l'aliquota Imu sulle imprese, che è salita sì, ma solo dallo 0,76 allo 0,86, ovvero aumentando del 13,16% (e non del 30%!). Ci sono casi ben più clamorosi, per esempio quello di Seregno, salita in un anno dallo 0,87 al 1,02. Se poi osserviamo in assoluto le aliquote applicate dai Comuni vicini (sempre per le imprese), vediamo che sono tutte ben superiori alle nostre:
Desio 0,98 - Giussano tra 0,98 e 1,06 - Meda da 0,95 a 1,00 - Muggiò 0,89 - Monza 1,00...

Il secondo errore: il rapporto di Assolombarda prende in considerazione soltanto una particolarissima categoria di immobili, ovvero gli uffici di classe A10, che hanno almeno 20 vani e 500 mq di superficie; ebbene, da un'analisi catastale risulta che a Lissone esiste un solo immobile che si avvicina per caratteristiche a questo modello, e che comunque ha pagato un'Imu più alta del 13% e non di un terzo.

Si può fondare un giudizio serio su un unico caso?
In realtà, il vero forte aumento (del 39,5%) a Lissone c'è stato solo per gli istituti di credito e assicurativi , ovvero la categoria D5 che nel nostro Comune comprende soltanto 8 immobili - sugli oltre 7.000 utilizzati a fini commerciali nell'intera città. E questa sì che è stata una precisa scelta politica dell'amministrazione Monguzzi, la quale l'anno scorso ha preferito
tenere bassa l'Imu su laboratori artigianali e piccoli negozi e portarla all'aliquota massima solo per le banche. Anche per i capannoni industriali il Comune di Lissone ha lasciato inalterata l'aliquota allo 0,76% (mentre la media dei Comuni l'ha aumentata del 40%) e la Tares per le utenze commerciali è stata mediamente ridotta del 4-5%. Quanto all'addizionale Irpef, applicata a tutti i cittadini, figuriamo addirittura al sesto posto di 86 fra i Comuni meno esosi...

Non accettiamo dunque di essere indicati fra i Comuni «cattivi» senza basi concrete, né tanto meno di essere dipinti tali dai mass media, anche di rilevanza regionale, senza che i dati siano corretti e correttamente interpretati. L'esiguità del numero di immobili colpiti da incremento di aliquota, presi ad esempio dalla ricerca, non consente di parlare di generalizzati ed esorbitanti aumenti. Tutt'altro: Lissone resta ancora oggettivamente attestata su livelli inferiori ad altri Comuni vicini, che hanno già raggiunto le quote massime di tassazione. Questa è la sola verità, ed è dimostrabile numeri alla mano.

Lissone 12 maggio 2014

 

 
 
 
Ultima Modifica: 31/10/2022