In collaborazione con: GAMeC -
Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo
Ingresso Gratuito
Prenotazione obbligatoria
fino ad esaurimento posti
tel. 039 2145 174 - museo@comune.lissone.mb.it
Se, come afferma Peter Greenaway, il cinema ≪non e che una mostra≫, il museo non puo che includerlo all'interno del suo spazio espositivo, ridisegnandone il perimetro.
Nelle ultime due decadi abbiamo assistito a un interessante fenomeno, una sorta di migrazione culturale tra arte e cinema. Le immagini in movimento si sono spostate, e in
una certa misura hanno cambiato indirizzo: sono uscite dal cinema per prendere la residenza nel museo, diventando, in forme diverse, una caratteristica costante di mostre ed esposizioni museali.
I musei di arte moderna e contemporanea istituzionalizzano l'artisticità del cinema, attestandone il ruolo fondamentale svolto nel corso del Novecento e promuovendo strategie
per la conservazione, il restauro e la valorizzazione delle pellicole, ma aprono anche nuove prospettive al gioco delle interazioni fra cinema e arti visive.
Il MAC di Lissone schiude le sue porte all'arte cinematografica tramite una rassegna in collaborazione con GAMeC - Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo che,
attraverso il progetto GAMeCinema, promuove la valorizzazione del Fondo Cinematografico Nino Zucchelli.
Nino Zucchelli e stato un personaggio di spicco nel panorama della promozione culturale bergamasca del dopoguerra e l'archivio a lui intitolato, donato dalla nipote Lina Zucchelli
Valsecchi alla GAMeC nel 1999, conta quattro fondi distinti (archivistico, librario, fotografico, cinematografico). Il Fondo Cinematografico conserva, oltre alla produzione registica
dello stesso Zucchelli, un centinaio di film acquisiti tramite il festival da lui diretto a partire dal 1958, il "Gran Premio Bergamo Internazionale del Film d'Arte e sull'Arte" (poi "Mostra Internazionale del Film d'Autore").
Il lavoro svolto riguardo il Fondo può essere ricondotto idealmente alle teorie di Dominique Paini, fondatore della sezione cinematografica del Louvre, che nel 1992 pubblica un
testo che già dal titolo mette in chiaro le due linee guida da seguire per introdurre il cinema all'interno della struttura museale: conserver,montrer. "Conservazione" ed "esposizione"
come elementi inscindibili, come parti di un dittico di cui la museografia si compone: il museo si impegna a conservare i materiali filmici ma anche a valorizzarne la qualità attraverso
un processo continuo di interpretazione viva e dinamica, capace di creare collegamenti e avvicinare pubblici più ampi ed eterogenei possibile.
Per tre settimane ogni giovedì sera, a partire dal 27 novembre, il MAC sarà lo scenario per la proiezione di alcune fra le più interessanti pellicole del Fondo, caratterizzate da una
stretta connessione con la sfera delle arti visive. Film unici, come ha avuto modo di definirli Antonio Costa, copie da festival, testimonianze di cinematografie emergenti, nascoste, ma qualitativamente significative.
Il primo appuntamento avrà un'impronta documentaristica, con due rari critofilm d'arte riguardanti Marcel Duchamp e Henry Moore. Nel corso della rassegna si passera al cinema d'animazione degli anni Sessanta con tredici cortometraggi d'avanguardia firmati da alcuni maestri del genere (tra cui il surrealista Jan ankmajer e il pioniere del cinema undergroundstatunitense Stanley Vanderbeek) per poi concludere con due film provenienti da scuole geograficamente distanti, ma ugualmente votate a una radicale sperimentazione: quella della nouvelle vaguececoslovacca, rappresentata da Úzkostdi Zdeněk Kopač e quella del nuovo cinema americano, con I'm Happy, You're Happy,We're All Happy, Happy, Happy, Happydi Velcrow Ripper.