PIANTERRENO
INAUGURAZIONE sabato 7 marzo ore 18:00
A cura di WALTER GUADAGNIN E ALBERTO ZANCHETTA
Dallo scorso novembre, il Comune di Lissone ha iniziato una programmazione di sensibilizzazione culturale sulla Prima Guerra Mondiale. Nella rassegna "Era una notte" si inserisce anche la mostra D'Armi e D'Uomini che il Museo d'Arte Contemporanea ha ideato per il centenario della dichiarazione di guerra all'Austria e all'Ungheria da parte dell'Italia.
L'esposizione comprende una selezione di opere che Paolo Ventura [Milano, 1968] ha realizzato ispirandosi ai tempi eroici e funesti della Grande Guerra, le quali saranno affiancate da fotografie dell'epoca (provenienti dal Comando Supremo e dal Ministero della Marina), documenti e cartoline, tessere di riconoscimento e prime edizioni del movimento futurista. Agli istrionici futuristi, che consideravano la guerra come «sola igiene del mondo», Ventura ha dedicato una serie di immagini che suggellano lo spirito di esacerbato interventismo tipico dei primi decenni del Novecento. Se Morte e resurrezione di Giovanni D., opera inedita stampata su veline applicate direttamente a parete, ciostra un soldato immolato alla causa, neI gemelli vediamo Paolo Ventura e il fratello gemello indossare le divise militari dell'Austria e dell'Italia mentre duellano per "Amor di Patria".
Giorgio de Chirico aveva detto che «le guerre, una volta cominciate, pare che non debbano finire mai, come le disgrazie e le sofferenze che suscitano». Le atmosfere surreali di Paolo Ventura ci trasmettono un velo di ironica - ma pur sempre inquieta - malinconia; le sequenze fotografiche raccontano storie brevi, semplici e allo stesso tempo inaspettate, ambientate in scenari che non sono altro che lo studio dell'artista, in cui sono stati allestiti i fondali da lui dipinti. La fotografia di Ventura non "registra" passivamente l'esistente ma ricrea un immaginario dove i protagonisti, le scene e i costumi mescolano le fantasmagorie del tardo Settecento con le "memorie" del conflitto armato.
L'artista accompagnerà le immagini con testi scritti di proprio pugno, oggetti della sua collezione e costumi di scena che si avvicenderanno con autentici cimeli bellici (borracce, elmetti, pinze tagliafili) creando un'alternanza tra la pura finzione e ciò che è effettivamente reale. Tra soldati infagottati nelle loro uniformi e truppe che combattono ai confini delle proprie nazioni, la mostra intende creare una frenesia bellica che ci ricorda i tanti eroi e le troppe vittime della Grande Guerra, ma soprattutto quell'indole guerrafondaia che non cesserà mai le ostilità, così come testimonia la serie de Il soldato di Napoleone in cui avvertiamo il peso dei conflitti che hanno vessato il corso di tutta la storia umana.
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