"...davanti ad un foglio, ad una tela,
che sono come piani infiniti quasi
impalpabili, nel silenzio seguo con
la mano le immagini che man mano
si definiscono ..."
I primi mesi del 2015 si tingono a lutto per la scomparsa di Vasco Bendini [Bologna, 27 febbraio 1922 - Parma, 31 gennaio 2015], figura storica del secondo dopoguerra italiano. La Città di Lissone si unisce al cordoglio della famiglia e degli amici, così come a quello di tutto il mondo dell'arte, esponendo nei mesi di febbraio-marzo un polimaterico su tela che l'artista aveva realizzato nel 1970.
Esposta l'anno scorso e qui nuovamente ripresentata al pubblico, l'opera appartiene alla serie Gesto e materia in cui l'immediatezza del segno, l'affioramento della sostanza pittorica, l'approccio istintivo (sensuale, essenziale e convulso) permettono di saggiare fino in profondità quei processi generativi che hanno contraddistinto la pittura di Bendini.
Con orgoglio e rammarico, Lissone ricorda la carismatica figura dell'artista e la lunga storia condivisa nell'arco di cinquant'anni. Bendini aveva infatti partecipato a tre storiche edizioni del Premio Lissone(1959, 1961, 1963), assiduità che gli valse nel 2002 il conferimento del Premio alla carriera in occasione di una mostra antologia inaugurata proprio nelle sale di questo Museo.
Il sindaco Concettina Monguzzi, l'assessore alla Cultura Elio Talarico e tutta l'Amministrazione Comunale, il Direttore artistico del MAC Alberto Zanchetta e l'intera cittadinanza lissonese porgono i loro saluti al maestro, grande innovatore di tecniche artistiche oltre che instancabile sperimentatore di idee e materiali.
Nato a Bologna, nel 1940 Bendini si iscrive alla facoltà di Architettura di Firenze che però abbandona anzitempo per frequentare l'Accademia di Belle Arti di Bologna. Dopo l'esordio alla galleria Bergamini di Milano, all'inizio degli anni Cinquanta ha inizio la sua attività espositiva con le personali alla galleria La Torre di Firenze (1953), alla galleria del Milione di Milano (1956, 1958), alla Saletta di Modena (1956), all'Attico di Roma (1959, 1961, 1963), all'Apollinaire di Milano (1961) e alla Mc Roberts & Tunnard di Londra (1963). Contemporaneamente, partecipa a importanti mostre collettive, come Giovani Artisti Italiani alla Permanente di Milano e Nuove tendenze dell'arte italiana alla Roma-New York Foundation (1958), Possibilità di relazione all'Attico di Roma (1960), Mostra della critica italiana alla Galleria d'Arte Moderna di Milano (1961), Nuove Prospettive della Pittura Italianaa Palazzo Re Enzo di Bologna (1962), L'informale in Italia fino al 1957 al Palazzo del Museo di Livorno (1963).
Particolarmente significativa è la sua presenza alla Biennale di Venezia nel 1956, cui seguiranno le sale personali nel 1964 e nel 1972. Nel 1968 si tiene la prima mostra antologica a Palazzo Taverna di Roma. Nel 1972 gli viene dedicata una sala personale in seno alla mostra La Ricerca Estetica dal '60 al '70 allestita in occasione della X Quadriennale Nazionale d'Arte presso il Palazzo delle Esposizioni di Roma. Del 1973, anno del suo trasferimento a Roma, sono le grandi mostre all'Istituto di Storia dell'Arte dell'Università di Parma e alla Sala Comunale di Alessandria. Seguono quelle al Museo d'Arte Moderna di Saarbrücken nel 1976, alla Galleria d'Arte Moderna di Bologna nel 1978, alla Casa del Mantegna di Mantova nel 1984, al Padiglione d'Arte Con-temporanea di Milano e al Palazzo Forti di Verona nel 1989, quindi alla Galleria Civica di Trento nel 1992. Datate al 1996 sono l'ampia personale alla Loggetta Lombardesca di Ravenna e la mostra dell'opera litografica all'Istituto Nazionale per la Grafica di Roma. Altre significative antologiche si tengono nel 1998 al Museo Laboratorio di Arte Contemporanea, Università degli Studi La Sapienza di Roma; nel 1999 al Palazzo Sarcinelli di Conegliano; nel 2001 al Castello di Masnago; nel 2013 al MACRO di Roma. L'ultima sua importante esposizione risale al 2014 presso la Pinacoteca di Città di Castello.
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