La celebrazione della ventesima «Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime delle mafie» avrà a Lissone un accento particolare, grazie all'intitolazione di una via a Lea Garofalo, uccisa dalla 'ndrangheta a pochi passi dalla nostra città.
Un gesto di alto significato simbolico e morale, che l'Amministrazione comunale ha fortemente voluto per significare il proprio impegno e quello della città per la legalità e contro ogni forma di poteri paralleli, tanto più oggi che si fanno più preoccupanti gli allarmi sulle infiltrazioni delle mafie anche nel territorio brianzolo.
Per «Largo Lea Garofalo» è stata scelta una piazzetta centrale e appena riqualificata in via Don Minzoni (accostamento significativo con una vittima innocente della violenza fascista), presso due importanti edifici pubblici come la prossima sede Asl - in corso di ultimazione - e il plesso scolastico Croce-Dante. Il nuovo largo sarà inaugurato dal Sindaco Concetta Monguzzi con una celebrazione ufficiale sabato 14 marzo alle 12, a conclusione di una mattinata interamente dedicata alla sensibilizzazione alla lotta contro le mafie, rivolta in particolare agli studenti delle scuole superiori del territorio.
La manifestazione prevede alle 10 in Palazzo Terragni gli interventi di Ombretta Ingrascì, scrittrice ed esperta del fenomeno mafioso, e della senatrice Lucrezia Ricchiuti, desiana, membro della Commissione Nazionale Antimafia, seguiti dalle domande dagli studenti; quindi i ragazzi si trasferiranno presso Largo Lea Garofalo per assiste all'intitolazione ufficiale. E' stata invitata a presenziare anche la giovane figlia di Lea Garofalo, che è tuttora sottoposta al programma di protezione a cura delle forze dell'ordine in quanto oggetto di minacce mafiose.
Lea Garofalo, moglie di un boss dell' 'ndrangheta, è stata rapita e uccisa nel novembre 2009 a Monza dopo aver pronunciato il suo personale "no" alla sottomissione e al silenzio tipico delle mafie ed essere diventata testimone di giustizia, contrastando in nome della legalità anche gli affetti familiari e mettendo a repentaglio la propria vita,nel desiderio di sottrarre la propria figlia ai legami dell'omertà e della violenza.
Lissone, 27 febbraio 2015