CHRISTIAN MEGERT - NANDA VIGO
PRIMO PIANO
INAUGURAZIONE: sabato 26 settembre ore 18:30
A cura di MARCO MENEGUZZO e ALBERTO ZANCHETTA
A cavallo degli anni Cinquanta e Sessanta, Zero fu un movimento transnazionale che coinvolse molti centri della cultura europea, favorendo un fervido scambio di idee e progetti. Il susseguirsi di esposizioni connesse a Zero anche in anni recenti è una lampante testimonianza di quel clima culturale che gravitava attorno alle suggestioni di un nuovo idealismo e di una rinnovata sensibilità (al reale, alla vita, alla percezione, alla luce) in cui potesse avverarsi un'integrazione tra arte-design-architettura e riuscisse a conciliare tra loro l'uomo, la natura e la tecnica.
Le opere esposte nella mostra Zero in the mirror ricorrono a superfici specchianti che, nelle intenzioni degli artisti, sono impressioni avvolgenti, essenziali e allo stesso tempo illimitate. In modo autonomo ma affine, Nanda Vigo [Milano, 1936] e Christian Megert [Berna, 1936] hanno incentrato le loro ricerche sull'impiego di specchi che - in base alle
sovrapposizione e al loro orientamento non uniforme - sono in grado di generare un movimento spaziale in cui l'immagine viene deviata, moltiplica, frammenta. Al di là di
un'ottica convenzionale, le opere ci introducono a una visuale in perenne mutamento.
Marco Meneguzzo, curatore della mostra, descrive il progetto Zero in the Mirror come «un ovvio riferimento all'atmosfera artistica e vitale creata dal Gruppo Zero negli anni Sessanta, e all'utilizzo dello specchio come strumento espressivo da parte di Christian Megert e di Nanda Vigo, entrambi partecipi riconosciuti di quell'esperienza, e tuttora legati a quello strumento come una delle principali peculiarità del proprio lavoro. Sia Megert che Vigo, in maniera del tutto indipendente l'uno dall'altra (uno in Germania, l'altra in Italia), hanno iniziato la loro attività matura utilizzando le proprietà dello specchio e dei suoi derivati: riflessione, trasparenza, luminosità, frammentazione dell'immagine, simmetria, sono solo alcuni elementi fisici legati allo specchio, che possono trasformarsi in elementi metaforici e addirittura etici, se si considera l'invito vitalistico del Gruppo Zero a cambiare i modi della propria vita attraverso una nuova visione del mondo e viceversa».
Se Megert ha esortato più e più volte le persone a tenere uno specchio sollevato di fronte a un altro specchio per "trovare uno spazio di infinite possibilità", Nanda Vigo ha sempre ribadito la necessità di sperimentare le "rifrazioni degli specchi che rimandano labirintici sistemi di luci". In queste loro opere ritroviamo infatti quella purezza della luce vaticinata da Otto Piene [Bad Laasphe, Vestfalia, 1928 - Berlino, 2014], fondatore e teorico del Gruppo Zero cui è dedicata la mostra lissonese. Gli artisti ricordano inoltre con affetto la recente scomparsa di un altro grande artista del "movimento" Zero, Bernard Aubertin [Fontenay-aux-Roses, 1934 - Reutlingen, 2015] amico e gentile compagno di strada
Info:
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tel. 039 7397368 - 039 214517
Orari:
Mercoledì e Venerdì: h10-13
Giovedì: h16-23
Sabato e Domenica: h10-12 / 15-19
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