PAOLO IACCHETTI:

«L'architettura del museo di Lissone fonde una facciata ottocentesca con un recente intervento di impostazione razionalista, caratterizzato in pianta da una curva sfuggente.

Il risultato complessivo è uno spazio classico, a misura d'uomo, abitabile secondo proporzioni più vitruviane che da modulor, nonostante l'eccentricità della curva.
Sulla base di queste suggestioni mi sono orientato a un intervento basato su una forma classica e dinamica allo stesso tempo: un'ellisse.

Il riferimento al classico deriva dall'interpretazione del razionalismo operata dagli architetti, dinamizzata dalla curva presente in pianta che favorisce uno slittamento percettivo dello spazio verso l'esterno.
La definizione della dimensione della forma ellittica prende infine avvio dalle importanti aperture ottocentesche, rettangolari.

La stessa forma è un'unità percettiva costituita da segni dipinti, non modulari. Essa si dispone intorno al rettangolo, finita e sfuggente per sua natura.

La visione viene continuamente intervallata dal corpo scale che costituisce anche la sequenza e il ritmo dello sguardo.
L'unità della forma è così impossibilitata a essere recepita in un'unica volta. Tale unità viene continuamente ricostruita nella mente, sia dall'integrazione degli elementi segnici, sia dal percorso di salita e discesa delle scale, inoltre è accompagnata dal ritmo curvo regolato dalla pianta, presente nel volume spaziale dell'architettura.

Un'ultima osservazione di ordine metaforico sulla forma ellittica: è quasi una mandorla, a ricordare l'unità di forma generativa del sacro, e non solo.

Una forma che ai giorni nostri è oramai impossibile vedere nella sua interezza, ma ancora possibile come luogo della mente. Un luogo ottenuto attraverso disciplina, riflessione ed osservazione, rimando autentico alla nostra unità e sacralità».

Paolo Iacchetti
Gennaio 2017